Trieste: qui il cinema è di frontiera

18 Gennaio 2013


Non c’è città italiana che sappia, più di Trieste, offrire l’immagine di piazza di incontro e scambio culturale tra occidente e oriente; ma anche tra il caldo spirito creativo mediterraneo e la limpida e rigorosa pratica artistica mitteleuropea. Non c’è città italiana, allora, che più di Trieste sia palcoscenico privilegiato per una rassegna cinematografica che indaga con sguardo vigile cosa succede oltre confini tradizionalmente poco battuti.

Si alza il sipario sulla ventiquattresima edizione del Trieste Film Festival, con sette giorni di eventi dedicati all’Europa centro-orientale, ai paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo e a quelli dell’Asia centrale. Otto le pellicole in concorso nella sezione principale, firmate da cineasti in arrivo dalla Serbia e dalla Repubblica Ceca, dalla Lituania e dalla Polonia. Una fotografia in movimento su un’area d’Europa vicinissima, eppure apparentemente distante.

Sono oltre cinquanta i film in visione per un programma che offre anteprime esclusive e sentiti omaggi ai grandi del cinema. Ha le musiche di Battiato “Il viaggio della signorina Vila”, docu-film con cui Elisabetta Sgarbi celebra la città di Trieste, portando il contributo di figure che vanno da Claudio Magris a Susanna Tamaro. Non ha bisogno di presentazioni “Il sorpasso” di Dino Risi: a cinquant’anni dalla sua uscita nelle sale ecco il documentario-tributo firmato da Gloria Degli Antoni.

Il Trieste Film Festival semina cultura. Attraverso programmi speciali, su cui spicca – dal 2010 – il progetto “When East Meets West”: una piattaforma che mette in relazione case di produzione e creativi, in un percorso di condivisione di esperienze ed idee, funzionale a individuare canali per arrivare alla realizzazione di nuovi film. Workshop, tavole rotonde e dibattiti a tema, con focus su specifiche aree geografiche.