L’arte viaggia in taxi. Ma anche in bus

8 Febbraio 2013


Difficile immaginare isole di contemplazione e bellezza nel frastornante e frenetico traffico delle strade di New York. Una missione quasi utopica, resa possibile – naturalmente – solo grazie alla visione di un artista. O meglio: di più artisti. Le isole si sono trovate, per le strade della Grande Mela: sono i taxi teatro di “Valtari Mystery Film Experiment”, opera multimediale firmata da Ryan McGinley in collaborazione con i Sigur Ros.

L’abitacolo delle vetture, grazie ad opportuni sistemi di riproduzione audiovisiva, diventa ovattata camera delle meraviglie: uno scrigno dove dominano le atmosfere rarefatte ed empatiche create dalla band islandese, avanguardia assoluta nel campo del rock alternativo; sottolineate dalle poetiche immagini elaborate da McGinley: in video ecco un’eccentrica dama bionda muoversi, sinuosa, nell’impassibile traffico della città, raggelata in un lunghissimo rallenty.

All’operazione, proposta per un mese su ciurca tremila taxi della città, fa eco dall’0altra parte dell’America un altro progetto che porta l’arte sui mezzi pubblici. Ad entrare in azione, questa volta a Los Angeles, è John Baldessari: sono una dozzina gli autobus, una cinquantina le fermate oggetto del suo “Learn to dream”, progetto con cui intende avvicinare all’affascinante ma complesso mondo dell’arte contemporanea.

Una grafia quasi infantile a istoriare le fiancate dei mezzi: richiamo allusivo agli scuolabus, identificati come simbolo di un’infanzia età creativa, stagione della curiosità e dell’entusiasmo. Con l’intervento di Baldessari si torna, tutti, un po’ bambini: si aprono le porte di una contemplazione che vuole essere sguardo estatico verso il futuro, sogno tangibile di un continuo migliorare e migliorarsi.