Patti Smith, a Roma il “suo” festival

5 Aprile 2013

Patti Smith

Più che un evento culturale una vera e propria dichiarazione d’amore, ricambiata, ad un’artista capace di distinguersi con identica fortuna nei più diversi ambiti della creatività. È fotografa attenta, acuta cronista di frammenti di intima meraviglia; è raffinata estimatrice dell’opera di Rimbaud e poetessa a sua volta; ed è, in primis, icona assoluta del rock. Una figura poliedrica quella di Patti Smith, in scena all’Auditorium Parco della Musica di Roma con il My Festival.

Un appuntamento costruito in prima persona dalla cantautrice americana, impegnata nelle insolite vesti di direttrice artistica: un festival dunque realmente “suo”, ideato e condotto con l’intenzione di condividere il proprio sfaccettato bagaglio di interessi e passioni. Dal 9 al 25 aprile i diversi spazi dell’Auditorium disegnato da Renzo Piano diventano una straordinaria scatola delle meraviglie, per incontri di rara suggestione.

Sentito l’omaggio a Pier Paolo Pasolini, intellettuale amatissimo da Patti Smith: che dialogherà con Bernardo Bertolucci a margine della proiezione di “Medea”, tra i capolavori del regista e scrittore romano; e che ha invitato Pierpaolo Capovilla, leader della band Il Teatro Degli Orrori, a interpretare un intenso reading di testi pasoliniani, con l’accompagnamento del pianoforte di Kole Laca. L’ibridazione tra musica e poesia si esalta nella serata che vede la stessa Smith celebrare con Philip Glass, la leggendaria figura di Allen Ginsberg.

Fitta la presenza di ospiti musicali, per un ricco programma di concerti: si passa dal cantautorato di Cristiano De André alla eccezionale Meshell Ndegeocello, impressionante nella propria interpretazione dei classici di Nina Simone; arrivando alla classica contemporanea di Nicola Piovani e alla carica irrefrenabile di Vinicio Capossela. Fino all’esecuzione completa dei brani di “Horses”, l’album che nel 1975 ha sancito l’ingresso di Patti Smith sulla scena internazionale.