Pietre che rotolano. E dipingono

16 Aprile 2013


Tele di grandi dimensioni, uno stile diretto – quasi espressionista. Tavolozza sgargiante e, come soggetto preferito, gli amici di una vita. Ritratti sul luogo di lavoro, per quanto estroso questo possa sembrare: colti sul palco, mentre infiammano una platea adorante. Nuova mostra per Ron Wood: il chitarrista dei Rolling Stones, che da sempre alterna il pennello al plettro, è protagonista di una personale alla Castel Fine Art Gallery di Londra.

Un amore antico quello di Wood per la pittura, come dimostra l’adolescenza passata tra i banchi dell’Ealing College of Art; un’attività parallela a quella della musica, quest’ultima intrapresa esattamente mezzo secolo fa. È il 1963 quando fonda i Thunderbirds, avventura che precede le collaborazioni con Rod Stewart e, infine, l’ingresso trionfale nei Rolling Stones. Che diventano compagni di strada ma anche soggetti preferenziali per la sua arte.

Vendite milionarie, opere esposte alla Royal Academy of Art di Londra; l’amicizia con Damien Hirst e un crescente numero personali: Ron Wood è, a tutti gli effetti, inserito con successo nel sistema dell’arte. Al pari di diversi suoi colleghi rockstar: a partire da Bob Dylan, protagonista della recente mostra milanese a Palazzo Reale, finendo con Grace Slick. La storica voce dei Jefferson Airplane ha lasciato definitivamente la musica ad inizio Anni Novanta, per dedicarsi in via esclusiva proprio alla pittura.

Hanno cominciato attorno ai trent’anni, ma non hanno più smesso: David Bowie, Leonard Cohen e Paul McCartney sono, al pari dell’eretico Marilyn Manson, figure di musicisti “fulminati” sulla via dell’arte, oggi protagonisti di mostre in ogni parte del mondo. C’è poi chi, pur restando nell’ambito delle arti visive, sceglie altri linguaggi: l’ex leader dei REM Michael Stipe, una volta appeso il microfono al chiodo, ha scelto la via della scultura.