Tutto Ghirri. Cronista del contemporaneo

25 Aprile 2013


Non si può certo dire che non sia il suo momento. La scorsa estate era arrivata al Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo la mostra monografica dedicata al suo “Paesaggio Italiano”; a breve sarà protagonista, in tandem con Luca Vitone, nel Padiglione Italia curato alla Biennale di Venezia da Bartolomeo Pietromarchi. A vent’anni dalla prematura scomparsa Luigi Ghirri resta punto di riferimento imprescindibile per il mondo della fotografia.

Monumentale la retrospettiva inaugurata in questi giorni al MAXXI (visitabile fino al 27 ottobre): oltre trecento scatti, arricchiti da materiali d’archivio che documentano anche il suo impegno come editore e curatore, a restituire un ritratto quanto mai articolato di una figura dalla innata sensibilità per l’immagine. Un repertorio che parte nei primi Anni Settanta e copre esattamente due decenni: raccogliendo suggestioni, impressioni, piccole e grandi meraviglie.

Una vera e propria enciclopedia visuale del contemporaneo italiano, ordinata dalla curatela di Francesca Fabiani, Laura Gasparini e Giuliano Sergio in tre sezioni tematiche. L’attenzione si concentra sulle “Icone”, immortalando oggetti, brand e loghi, ma anche star della musica leggera; le immagini, colte su cartelloni pubblicitari o nelle vetrine dei negozi, testimoniano l’evolversi della società dei consumi. Attraverso presenze che seducono l’immaginario collettivo in modo quasi subliminale.

Si passa poi alle sezioni rivolte a “Paesaggi” e “Architetture”: inevitabile il riferimento al progetto di mappatura del Belpaese che impegna Ghirri per tutti gli Anni Ottanta, con la straordinaria compilazione del suo capitale “Paesaggio Italiano”; straordinarie le sue vedute di decine di edifici, nobili o meno, lette nella tensione costante tra ambiente e intervento dell’uomo. Un rapporto raccontato con la stupefacente meraviglia di un vero e proprio gigante della fotografia.