Franco Mussida. Dalla musica della PFM all’arte visuale

15 Luglio 2013


Due linguaggi espressivi tra loro diversi, ma la medesima capacità evocativa. Da un lato la musica, vissuta nei suoi aspetti più alti; studiata e interpretata come sequenza di sublimi equilibri armonici. Dall’altro l’arte figurativa, la presenza della materia: scultura e installazioni, media privilegiati per gettare un ponte tra l’artista e il suo pubblico. Una sintesi mirabile quella realizzata da Franco Mussida.

Lo storico fondatore della Premiata Forneria Marconi, caposaldo del progressive e tra le rock-band italiane più note e amate anche all’estero, è ospite fino a metà settembre del Museo San Francesco di San Marino. In mostra c’è L’altro mondo , titolo evocativo per una personale che mette in scena l’affascinante enigma di un’arte totale, costruita sul sottile e affascinante equilibrio dialettico tra suono, vista e percezione tattile.

Un simbolismo raffinatissimo quello orchestrato da Mussida, che riconosce con l’acume del filologo – e dell’archeologo – le più ancestrali radici della musica popolare, vissuta anche nelle sue forme più moderne, dal rock all’hip hop, come evoluzione di un linguaggio magico, dalle profonde caratteristiche sacrali. Le forme si popolano di segni enigmatici, moderni geroglifici che traducono in forma visuale rapporti di celestiale equilibrio.

Un’indagine sospesa tra arte e scienza quella di Mussida, che si inserisce nel filone di ricerca che vede altri big della musica sperimentare nuove forme espressive. È il caso di Laurie Anderson, Brian Eno e David Byrne, protagonisti di un lavoro che sa trovare inedite e imprevedibili quadrature tra linguaggi solo apparentemente distanti. Nella formulazione di nuovi modi per condividere e comunicare.