Gilmour e Mathis a Genova: arte e industria in mostra

2 Ottobre 2013


Lui è nato in Gran Bretagna, ma ha scelto il Friuli come terra d’elezione. Lei viene dal Texas, ma si è da tempo stabilita sulle rive del Lago Maggiore. Formazione anglosassone ma sensibilità tutta mediterranea: scelte di vita che suonano, implicitamente, come segno del destino quando si tratta di raccontare l’oggetto della loro indagine creativa. Che sembra rispolverare e dare nuovo senso al concetto di arts and crafts , con la pratica industriale elevata a sublime forma d’arte.

Sono ormeggiate fino al 27 ottobre a Genova, nelle sale di Palazzo Ducale, le sculture – o meglio, la scultura – di Chris Gilmour e le fotografie di Jill Mathis. Calcolo e fantasia, estro e rigore: lo yin e lo yang della poetica del fare, declinata lungo il binario che vede scorrere in parallelo arte e artigianato. Con la fabbrica elevata a ideale chiesa laica dell’era moderna; e il prodotto del lavoro dell’uomo, per quanto umile e apparentemente insignificante, concepito in forma di prezioso testimone della nostra epoca.

Gilmour mette mano ai progetti di un motoscafo in produzione oltre quarant’anni fa, immagine iconica dell’industria del lusso ed evocativa del mito del made in Italy . Un lavoro di precisione certosina quello necessario per riprodurre il mezzo, in scala 1:1, utilizzando come medium il cartone riciclato: “un materiale naturale che cresce rigoglioso nelle giungle metropolitane” afferma l’artista, che carica l’apparente fragilità dell’opera di profondi connotati concettuali.

È un lungo viaggio quello che Jill Mathis conduce da anni tra frese e altoforno, svelando l’eroica poesia del lavoro industriale. Un progetto che l’ha vista concentrarsi di volta in volta su aspetti diversi, passando dall’individuazione di pattern dall’inconsapevole qualità estetica – tra cromature, ruggini, colature – alla matura individualità del prodotto finito. Oggi l’attenzione si sposta sull’operaio, con puri e semplici dettagli di mani. Ricchi di una tensione drammatica quasi teatrale.

Una mostra, quella curata da Luca Beatrice, che cade in contemporanea con la 53esima edizione del Salone Nautico, primo appuntamento italiano con l’industria del settore. Un evento che, negli ultimi anni, ha spesso trovato modo per avvicinare l’arte contemporanea. Con Bruno Guidi, tra i principali imprenditori italiani del comparto e ideatore della mostra di Palazzo Ducale, a portare sotto la Lanterna il progetto Love Difference  di Michelangelo Pistoletto e una personale della stessa Mathis.