La storia del ritratto. In mostra al Mart di Rovereto

3 Ottobre 2013


Sguardi, espressioni, smorfie, sorrisi. Tele come specchi, a tratti fedeli e a volte deformanti: sempre e comunque magici. Nel restituire, filtrata dal volto di altri, un’immagine intima e profonda delle proprie inquietudini e passioni. Il ritratto esercita, da tempo immemore, un fascino magnetico: chiamando gli artisti di ogni epoca a misurarsi con la sfida più emozionante. Un’avventura testimoniata, al Mart di Rovereto, da due mostre che viaggiano in parallelo. Fino al prossimo 12 gennaio.

È una figura entrata nella leggenda quella di Antonello da Messina, primo artista genuinamente europeo. Capace nel Quattrocento di mediare le tecniche fiamminghe e il sublime senso delle armonie figlio del Rinascimento italiano, filtrare i dettami dei maestri borgognoni con un immaginario visivo proprio delle culture mediterranee. I suoi più celebri ritratti arrivano a Rovereto come testimoni di una insuperabile e straordinaria capacità di lettura introspettiva.

Come dimostrano i pezzi più pregiati di una mostra che chiama a raccolta capolavori conservati nei più celebri musei e nelle migliori collezioni al mondo: dal Metropolitan di New York alla Thyssen Bornemisza di Madrid. È in prestito dalla National Gallery di Londra lo straordinario Salvator Mundi , dalla National Gallery di Washington arriva invece la celeberrima Madonna Benson . Accompagnata nella sua trasvolata oceanica dal Ritratto d’uomo  del Philadelphia Museum of Art, oggetto di un recentissimo e minuzioso restauro.

Il ritratto ieri. Il ritratto oggi. Jean-Luc Nancy, tra i maggiori filosofi d’arte in attività, suggerisce un viaggio nella più stringente attualità, indagando in una mostra parallela e complementare a quella su Antonello l’evoluzione che il genere ha avuto negli ultimi cinquant’anni. Partendo dai concettualismi di Vito Acconci e dalle psicanalisi pittoriche di Lucian Freud, arrivando ai linguaggi sperimentali di Fiona Tan e Douglas Gordon. Passando per le fotografie di Jeff Wall e quelle dell’inquieta Francesca Woodman.