Design: case di bambola d’autore all’asta per sostenere la ricerca

13 Novembre 2013


Più che giocattoli sono veri e propri pezzi da museo, raffinatissimi esercizi di stile che hanno messo a dura prova venti designer di caratura internazionale. Chiamati, letteralmente, a mettersi in gioco. A tornare bambini, creando la propria personalissima idea di casa di bambola. Con uno scopo più che nobile: contribuire alle attività di ricerca condotte da KIDS, charity  che da quarant’anni a questa parte si occupa in Gran Bretagna di prestare aiuto ai bambini disabili.

Un successo l’asta benefica che a Londra ha messo all’incanto i minuscoli, affascinanti progetti donati da creativi in arrivo da ogni angolo del globo. Ironico Guy Hallowey, con un soffice gioco di scatole cinesi che richiama Magritte, dichiarando nel titolo della sua creazione This is not a dolls’ house ; visionario lo studio inglese Amodels, che immagina un’articolata composizione che unisce stanze, arredi, aerei e persino un’action figure Playmobil ispirata ad Elvis Presley!

Suggestioni da videogame Anni Ottanta nei grigiognoli spigoli pixelati dello studio Fat Architecture, che si avvale della partnership con l’artista Grayson Perry; Glenn Howells guarda alla rassicurante materia del compensato, mentre i Coffey Architects immaginano una elegante e sorprendentemente leggera scatola componibile in cemento, prezioso scrigno per interni in legno di quercia dagli scorci quasi espressionisti.

La gara di generosità ha permesso di raccogliere circa 90mila sterline: risultato trainato dall’eccezionale successo riscosso da This must be the place  , rielaborazione di un progetto di casa ideale che risale al 2007, firmato Zaha Hadid. L’archistar irachena rimette mano all’idea originale, trasformando una semplice maquette in oggetto da vivere e giocare; riuscendo così a ottenere da parte di un anonimo benefattore la cifra record di 14mila sterline.