Design che cammina: scarpe d’autore in mostra a Rotterdam

22 Gennaio 2014


Siamo abituati a guardarle con un’attenzione puramente estetica, individuando nelle loro linee l’evoluzione dello stile e del gusto. Ma si tratta spesso di autentici prodigi della tecnica artigiana, sintesi di equilibri che sconfiggono le leggi della fisica: come può un sottilissimo elemento in legno di quindici centimetri reggere il peso di una persona? Miracoli del tacco a spillo, tra i protagonisti di S.H.O.E.S. , grande mostra sul design della calzatura in scena dal 1 febbraio a Rotterdam.

Sono circa cinquecento le paia di scarpe esposte alla Kunsthal della città olandese, tra le grandi capitali europee della creatività. Per un viaggio che parte dalla composta eleganza dell’epoca vittoriana e arriva alle eccentriche e sgargianti provocazioni di Vivienne Westwood, spingendosi infine alla scoperta dei nuovi nomi della moda internazionale. Con un focus specifico su una scena locale dal respiro però internazionale: come dimostra il successo di Nienke von Dee, vincitrice dell’ultimo Global Footwear Design Award.

Immancabili i pezzi storici, in arrivo dai principali musei di settore d’Europa. Partendo dall’Hommage à Braque  del 1931, prima tra le creazioni dedicate da André Perugia ai maestri cubisti (negli Anni Cinquanta arriverà la scarpa “picassiana”), e arrivando ai pezzi unici di Roger Vivier, il papà dello stiletto; passando per il primo avveniristico sandalo con plateau, disegnato per Judy Garland dal marchio Ferragamo.

La storia della calzatura è anche storia di brand, nomi iconici finiti per diventare sinonimo di lusso. Nelle sale della Kunsthal di Rotterdam si incontrano dunque le firme di Manolo Blahnik e Christian Louboutin; ma anche quelle dei designer che hanno usato l’oggetto scarpa come banco di prova per nuove soluzioni formali. Nel segno del rigore più elegante, come Rem Koolhaas; ma anche giocando e spiazzando, nel caso delle coloratissime ed eretiche invenzioni di Kobi Levi.

[nella foto: un modello di EllenVerbeek esposto a Rotterdam © Ellen Verbeek, 2008]