Dal Cirque du Soleil allo spazio: le foto di Guy Laliberté

21 Febbraio 2014


Quella del suo ultimo viaggio è una meta decisamente esotica. E molto esclusiva, se è vero che – ad oggi – è stata raggiunta solo da sette turisti. Non è però per uno spirito di avventura fine a se stesso che Guy Laliberté, storico fondatore del Cirque du Soleil, ha raggiunto lo spazio, volando su uno shuttle a migliaia di chilometri dalla superficie terrestre. La sua avventura, ampiamente documentata da immagini straordinarie, è il fulcro di un articolato e ammirevole progetto umanitario.

Parla di “missione sociale e poetica”  Lalibertè, che attorno al suo viaggio siderale ha creato Gaia , mostra che sostiene la fondazione One drop , nata a sostegno delle attività di sensibilizzazione nei confronti dell’emergenza idrica che attanaglia troppe aree del pianeta. Le stesse che l’artista ha potuto ammirare da una posizione privilegiata, riportando sulla terra visioni magnifiche e magnetiche. Che non riescono tuttavia, pur nella loro bellezza, a cancellare messaggi inquietanti.

È un’indagine cromatica quella che Laliberté ha compiuto scattando i profili di quaranta diverse nazioni. Confermando la piccolezza dell’uomo – inintelligibile la sua presenza, con il costruito confuso a quella distanza con gli elementi del paesaggio naturale – ma al tempo stesso denunciandone l’azione terribile e incessante, Fin troppo evidenti le differenze visuali tra aree ancora intatte e altre completamente riarse, imbrunite, desertificate.

Le fotografie, esposte dalle prossime settimane negli spazi della White Gallery a Capri e Positano, contribuiscono così a sostenere l’impegno umanitario di quello che può essere considerato – a tutti gli effetti – come il primo artista mai volato nello spazio. I proventi della loro vendita, infatti, confluiscono nei fondi raccolti dall’attività di One drop : con l’obiettivo di consentire l’accesso all’acqua potabile, da qui al 2017, a un milione di persone oggi condannate alla sete.