Torna Arco: la Finlandia ospite della fiera d’arte di Madrid

19 Febbraio 2014


Recupera quel ruolo antico di vetrina aperta su un’intera fetta di mondo, catalizzando interessi e opportunità, flussi creativi ed energie. Madrid si riscopre al centro di una scena ricca e composita, profondamente articolata quando si parla di arte contemporanea: ed è così che la 33esima edizione di ARCO, fiera in programma dal 19 al 23 febbraio nella capitale spagnola, diventa testa di ponte per l’incontro tra la realtà europea e quella latinoamericana.

Sono i principi di Borbone a tagliare il nastro della fiera, come vuole la tradizione di un evento che con una media di visitatori da qualche anno a questa parte superiore alle 150mila unità si configura tra quelli più seguiti del Vecchio Continente. Doppiando – letteralmente – la regina di tutte le fiere d’arte: ArtBasel, infatti, non arriva a 80mila presenze. Ma non è la quantità, ovviamente, l’obiettivo di ARCO: sono cinquecento gli stakeholder internazionali ospiti in questi giorni a Madrid. Direttori di musei, grandi collezionisti e responsabili di collezioni pubbliche e private, chiamati a confrontarsi sulle tendenze del momento. E, naturalmente, a comprare.

Oltre duecento le gallerie che espongono in fiera, una ventina quelle della sezione che prevede vere e proprie mostre monografiche di un singolo artista; tredici gli operatori in arrivo dalla Finlandia, nazione ospite di questa edizione. La scena del Paese scandinavo è rappresentata anche fuori dai padiglioni di ARCO, con mostre ed eventi in diversi punti della città: su tutti vale il site-specific che Kaarina Kaikkonen ha creato per l’Istituto di Cultura Finlandese.

Il Museo Reina Sofìa, splendido custode del leggendario Guernica  di Picasso, è presenza attiva e organica all’interno dei programmi che accompagnano la fiera. Accoglie proprio in questi giorni la prima personale in terra spagnola di Tracey Rose, ma anche le fotografie di denuncia sociale di Chris Killip; oltre alle retrospettive che indagano il lavoro di Roman Ondák e del regista israeliano Amos Gitai.

[nella foto: “Le chemin” (2011) di Elina Brotherus, presente ad ARCo nella sezione dedicata alla Finlandia]