Zaha Hadid e Miuccia Prada in corsa per i Design Awards

23 Aprile 2014


Un centro culturale nel cuore del Caucaso. Un’automobile sportiva che corre come un razzo e non inquina. Una collezione di abiti ispirata a un grande artista del Novecento e una linea di sedie di raffinata eleganza. Il Design Museum di Londra svela i progetti finalisti del contest annuale dedicato ai grandi della creatività: sette sezioni speciali, altrettanti i vincitori freschi di nomina che a fine giugno si contenderanno il primo premio nella notte dei prestigiosi Design Awards.

Le firme sono di tutto rispetto. Anzi: trattasi in più di un caso di vere e proprie star. Come Zaha Hadid, premiata nella sezione dedicata agli architetti per la realizzazione dell’Heydar Alyev Cultural Center nella città azera di Baku (nella foto); o come Konstantin Grcic: la linea di sedie PRO, da lui ideata per il marchio tedesco Flötotto, ottiene il titolo di miglior prodotto dell’anno nella categoria arredamento.

Sorride anche l’Italia: lo fa con Miuccia Prada, la cui collezione primavera estate 2014 trionfa nel settore moda, forte del fantasioso omaggio della stilista alle cromie e alle forme del grande pittore messicano Diego Rivera. Restando in tema lusso vola in Germania il premio per il miglior mezzo di trasporto: va alla XL1 di Volkswagen, la prima auto sportiva a motore ibrido. Una supercar totalmente green, che permette di correre rispettando l’ambiente.

Quello della sostenibilità è tema caro alla giuria dei Design Awards, come dimostra la menzione per il progetto PEEK : il sistema tecnologico di diagnosi delle malattie della vista, fondamentale nelle aree del mondo dove la sanità è più carente, vince il premio nella categoria Digital . Con il pianoforte digitale di Roland Lamb e Hon-Yeul Eom a trionfare nella sezione per il miglior prodotto e l’intervento di street-art di James Bridle segnalato come più interessante progetto grafico del 2014. Le sue linee colorate riproducono su strade e marciapiedi le sagome di quanto, invisibile, ci sorvola: restituendo tra aerei, droni, satelliti e razzi spaziali l’immagine di una realtà che sfugge alla percezione del quotidiano.