Cannes, giorno 8. Largo alla Francia, tra grandi maestri e facce da Oscar

21 Maggio 2014


Giornata all’insegna del cinema francese quella odierna al Festival di Cannes, che parte col premio Oscar Michel Hazanavicius (nella foto), sulla Croisette a tre anni dal successo internazionale di The Artist  . Il regista porta in concorso un progetto ambiziosissimo dal titolo The Search , ispirato a Odissea tragica  di Fred Zinnemann e trasportato dalla Germania del dopoguerra (dove è ambientato l’originale) ai giorni nostri.

Il salto temporale non è l’unica modifica operata da Hazanavicius: il personaggio maschile allora interpretato da Montgomery Clift è ora cucito addosso alla moglie del cineasta, quella Berenice Bejo premiata un anno fa come miglior attrice proprio a Cannes. A lei la parte dell’infermiera di una ONG durante il conflitto tra russi e ceceni alla fine degli anni Novanta, che istaura un rapporto speciale con un adolescente rifugiato.

Jean-Luc Godard non ha bisogno di presentazioni, considerata la sua importanza nella storia del cinema e del movimento francese della Nouvelle Vague. Filmografia estesissima la sua, con cui ha esplorato praticamente ogni possibilità linguistica e attraversato tutta la seconda metà del secolo scorso; passando dal pensiero maoista al situazionismo debordiano, alla religione, all’evoluzione della politica.

Sulla Croisette arriva con un film che già dal titolo è una provocazione: Addio al linguaggio . Nessuna sorpresa, quindi, all’annuncio che non rilascerà interviste (è un tipo coerente!): chissà se in conferenza stampa manderà qualcuno in sua vece o resterà muto di fronte al suo pubblico. Come i due coniugi protagonisti del film, una volta innamorati, che perdono progressivamente i contatti fino a diventare incapaci di comunicare.

Federica Polidoro per www.artribune.com