Roland Petit. L’omaggio di Bolle alla Scala

26 Maggio 2014

Roberto Bolle in "Le jeune homme et la mort di Roland Petit". photo Marco Brescia, Teatro alla Scala

Una visione originale, libera da schemi preconcetti, capace di interpretare il linguaggio della danza con uno sguardo di grande innovazione. Con il classico ad avvicinare il moderno, passando senza soluzione di continuità dalle musiche di Bach a quelle di una delle rock band che ha fatto la Storia; interpretando al meglio le urgenze della contemporaneità. Un genio assoluto quello di Roland Petit: il tributo del Teatro alla Scala al coreografo francese è in scena dal 28 maggio.

Undici recite quelle in cartellone a Milano, per la proposta di due titoli determinanti per entrare in sintonia con l’universo immaginifico di Petit. Si apre con Le Jeune Homme et la Mort : risale al secondo dopoguerra il libretto di Jean Cocteau, saggio di letteratura esistenzialista che dialoga al meglio con una struggente passacaglia e una fuga di Johan Sebastian Bach. Sul palco, per la prima del 28 maggio e la replica del giorno successivo, Roberto Bolle (nella foto).

Il ballerino italiano torna a interpretare alla Scala il classico di Petit dopo il 2006: all’epoca fu Darcey Bussell ad accompagnarlo, oggi è la prima ballerina Marta Romagna. Partner in alcune delle date seguenti di Mick Zeni, nell’alternanza con altre coppie splendidamente affiatate: come Virna Toppi e Claudio Coviello, Nicoletta Manni con Ivan Vasiliev. Solisti chiamati, nella seconda parte della serata, a mettersi in gioco con un genere musicale decisamente diverso.

Nasce come celebrazione del talento musicale di David Gilmour e Roger Waters il Pink Floyd Ballet , coinvolgente calembour progressive rock che vede la sintesi perfetta tra le sonorità ammalianti della band inglese e le sensuali coreografie di Petit. Quattro movimenti ispirati ai grandi successi del gruppo, un pas de deux entrato nel mito. E il passaggio sulle note di The Great Gig in The Sky  destinato a strappare applausi a scena aperta.