Cinema e cartoon d’artista. Al MAN di Nuoro

2 Giugno 2014


Da sempre linguaggio dell’ibridazione, terreno dove sperimentare soluzioni espressive nuove: nella felice commistione tra il registro proprio dell’arte visuale e quello che attiene più da vicino alla pura narrazione. Il cinema è una terra di mezzo che offre spazi inauditi alla creatività: inedita la riflessione che porta nelle sale del MAN di Nuoro, fino alla fine di giugno, a concentrarsi in modo specifico sull’animazione. Tecnica che offre nuovi margini di tangenza tra i due ambiti.

Tutto nasce dal correre di una matita sul foglio: così per il disegno, da sempre grammatica essenziale dell’arte; così anche per il cartoon. Fin dall’epoca pioneristica di Émile Cohl, che agli albori del Novecento si cimenta nei primi avveniristici tentativi di animazione; arrivando poi alle eleganze concettuali di George Griffin: con il suo Head  – siamo a metà degli Anni Settanta – l’indagine si sposta sul genere dell’autoritratto, nobilitato da una profondissima introspezione filosofica.

Non mancano le grandi firme dell’arte di ieri e di oggi tra i tanti frammenti in mostra in Sardegna: da Fernand Léger (nella foto il suo Ballet Mécanique ) a William Kentridge, che buona parte del proprio lavoro basa proprio sul fluire del disegno in movimento, caricando gli spazi interstiziali tra un frame e l’altro di un peso specifico immenso nel declinare in immagine la propria filosofia sul tempo e la Storia.

Lo sguardo del direttore del museo Lorenzo Giusti, affiancato nella curatela della mostra da Elena Volpato, punta a eleggere il corpo – inteso come simulacro di fisicità e fisiognomica – a elemento base per impostare una riflessione di squisita originalità. Leggendo nelle pieghe dei cartoon d’artista l’evoluzione del ritratto nell’età moderna; arrivando con lo straordinario e recentissimo Totò nudo  di Diego Perrone a suggerire visioni nuove sul senso della presenza-assenza dell’uomo. Sublime marionetta.