New York: trovate decine di registrazioni di Bob Dylan

2 Luglio 2014


Giacevano da decenni in una anonima scatola di cartone, persa tra le tante stipate in quel vecchio appartamento del Greenwich Village. A distinguerli dal resto delle cianfrusaglie una banale dicitura graffiata a pennarello sulla confezione: old records , vecchi dischi. Oggetti superflui, persino inutili all’occhio della vecchia proprietaria dell’immobile; in realtà uno straordinario tesoro, fantastica memoria della stagione d’oro del rock.

Sono esattamente 149 le pre-registrazioni di brani di Bob Dylan, risalenti al 1969 e all’anno successivo, scoperte casualmente a New York. Nella casa che il cantautore aveva affittato all’epoca e in parte convertito a studio d’incisione domestico: nel quale fermare le prime bozze e le successive evoluzioni di brani entrati nella Storia, appunti sonori su cui ragionare prima di passare alla loro confezione definitiva.

Si tratta di dischi in vetro o alluminio ricoperti da un sottile strato di acetato, su cui la puntina incideva il suono in maniera analoga a quanto accade per i vinili: una tecnologia semplice e immediata, che permetteva agli artisti di imprimere facilmente le prime bozze delle proprie canzoni. E che ha portato Dylan a fissare i brani che sarebbero entrati nelle trackliust di album come Self Portarit , Nashville Skyline  e New Morning .

L’eccezionale ritrovamento, che spiega molto del metodo di lavoro dell’artista, arriva solo oggi che gli eredi della legittima proprietaria – ormai defunta – hanno disposto lo sgombero dell’appartamento. L’intero pacchetto, intercettato dall’ex dirigente della Warner Bros. Jeff Gold, tra i più grandi collezionisti di cimeli rock al mondo, è già all’asta su internet con valutazioni che spaziano da poco meno di duemila a un massimo di settemila e cinquecento dollari al pezzo. Già assegnata a 2500 dollari una versione unplugged di It Hurts Me Too .