Benedict Cumberbatch trionfa al Toronto Film Festival

15 Settembre 2014


Dalla Grande Guerra al secondo conflitto mondiale, in fondo, il passo è breve. L’abbiamo visto recentemente su Sky Arte HD come protagonista della mini-serie Parade’s End , inchiodato dal fuoco tedesco nelle trincee della Marna; lo ritroviamo oggi in The Imitation Game , biopic che evoca l’eroica vicenda personale di Alan Turing, padre dell’informatica divenuto celebre per aver decrittato i messaggi segreti dei nazisti. E per essere stato vittima della più cieca e insensata omofobia.

Benedict Cumberbatch trascina il dramma del regista Morten Tyldum, grazie alla sua straordinaria interpretazione, alla conquista del Toronto Film Festival: assegnati i premi di quella che, di anno in anno, sta diventando una vetrina sempre più importante per l’industria cinematografica mondiale. Una kermesse giustamente considerata degna anticamera agli Oscar, come dimostra la salve di titoli capaci di trionfare in entrambi i contesti: da Amercian Beauty  a La vita è bella .

Sul set con Cumberbatch anche Keira Knightley, coppia perfetta che si candida prepotentemente per un posto al sole sulla passerella stesa a Los Angeles dall’Academy. Premio per il miglior documentario, genere che – The act of killing  insegna – gode di considerazione sempre più crescente, a Beats of the Antonov  del sudanese Hajooj Kuka. Durissima la sua indagine sulle condizioni di vita nel Darfur, tra continue guerre civili e sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali.

Ironico, scanzonato, imprevedibile, surreale: il premio del pubblico va What We Do in the Shadows , girato a quattro mani da Jemaine Clement e Taika Waititi. Un film già apprezzato in occasione dell’ultima edizione del Sundance Festival, costruito attorno all’improbabile esibizione di un quartetto di vampiri in occasione dell’assurdo ballo annuale che, in Nuova Zelanda, richiama gli esponenti di un’oscura comunità parallela a quella normale. Tra zombie, streghe e mostri assortiti…