Courbet a Basilea. Con “L’origine du monde”

7 Settembre 2014


Ha sconvolto la società del suo tempo facendosi alfiere dell’épater le bourgeois  ; diventando icona dell’urgenza di sovvertimento delle regole imposte dalle accademie, del rifiuto dei modelli iconografici imperanti, della ricerca di nuovi canoni e nuovi linguaggi che avrebbero gettato le basi concettuali per la rivoluzione impressionista. Gustave Courbet è stato artista fondamentale per l’Europa dell’Ottocento, autore di opere entrate nell’immaginario collettivo in modo incancellabile.

Non una vicenda semplice, sotto il profilo artistico e umano, la sua. Le cause giudiziarie a suo carico lo spingono ad abbandonare la Francia e a vivere i suoi ultimi anni in Svizzera: terra che oggi celebra quel rapporto inaugurando la Saison Courbet , programma di eventi interamente dedicato al maestro. Con i Musées d’Art et d’Histoire di Ginevra a esporre i lavori del soggiorno elvetico, appendice alla grande retrospettiva ospitata alla Fondation Beyeler di Basilea.

Nel museo disegnato da Renzo Piano ha luogo un viaggio completo nell’immaginario di Courbet, capace di sondare tutte le sue stagioni creative – dagli esordi alla maturità – e di passare in rassegna i molteplici soggetti della sua esperienza di artista. Passando dalle impetuose marine che segnano il primo colpo inferto alla granitica estetica romantica e arrivando ai paesaggi montani, occasione per sperimentare nuove soluzioni nel dominio del colore e della luce.

Ma è allo sviluppo dei temi erotici che Courbet deve la sua grande notorietà presso il grande pubblico. Ha il carattere dell’evento più unico che raro, allora, il prestito da parte del Musée d’Orsay di Parigi del leggendario L’origine du monde : esce per la prima volta dalla Francia il quadro più celebre del pittore, tra i capolavori assoluti del XIX secolo. Opera che, a distanza di un secolo e mezzo dalla sua creazione, conserva intatto il proprio fascino magnetico.

[nella foto: Gustave Courbet – Marine, marée basse, 1865-1869. Bristol Museums & Art Gallery © Fondation Beyeler]