Leone d’oro a sorpresa: a Venezia vince Roy Andersson

6 Settembre 2014


Sorpresa al Lido nella giornata conclusiva della 71esima Mostra del Cinema. A bocca asciutta il grande favorito della vigilia, il messicano Alejandro González Iñárritu, che forte di un cast stellare puntava con Birdman  alla conquista del Leone d’oro. Il premio per il miglior film va invece a un outsider: re di Venezia è allora, quest’anno, lo svedese Roy Andersson, autore del sognante ed eccentrico Un piccione su un ramo che riflette sull’esistenza .

Fortissimo senso dell’ironia, fotografia minimalista dalla classe quasi pittorica, una ridda di personaggi stralunati, improbabili antieroi che affrontano situazioni al limite dell’assurdo: Andersson sceglie di metaforizzare le tensioni e lo spaesamento propri dell’età contemporanea grazie all’assurdo, costruendo una delicata trama agrodolce. Non stupisce, allora, che al momento di ritirare il premio il regista abbia salutato come modello il grande Vittorio De Sica.

Il Leone d’argento per la miglior regia va ad Andrei Konchalovsky, che con Le notti bianche del postino  racconta – con uno sguardo a Dostoevskij – la vita di una comunità persa nei meandri della Siberia; Joshua Oppenheimer porta a casa invece il Gran premio della Giuria per The Look of Silence , sequel del documentario shock The act of killing , grande esclusiva Sky Arte HD in onda domenica 7 settembre alle ore 13.15.

E l’Italia? Bocciato il Giacomo Leopardi raccontato da Mario Martone ed Elio Germano, meglio Hungry Hearts  di Saverio Costanzo, peraltro in corsa in questi giorni anche al festival di Toronto. Il film vede il successo dei suoi interpreti, Alba Rohrwacher e Adam Driver, entrambi insigniti della Coppa Volpi come migliori attori protagonisti. Ma c’è un altro tricolore a sventolare sul Lido: quello dell’irriverente Franco Maresco, cui va il premio Orizzonti per Belluscone – Una storia siciliana .

[Roy Andersson e il direttore della Mostra del Cinema Alberto Barbera – copyright la Biennale di Venezia. Foto ASAC]