Street art sul lago. Torna ComON

12 Ottobre 2014


Quel ramo del Lago di Como, salotto buono della città, cambia volto. Accogliendo contaminazioni inaspettate, rivelandosi piattaforma fertile per un fare arte che nasce dal basso: facendo propri i linguaggi della street art e della performance, dando libero sfogo ad una esplosiva necessità di comunicare oltre gli schemi tradizionali. Terza edizione per ComON, cartello di iniziative che nella città lombarda promuove la creatività giovanile.

ComON è un incubatore di buone pratiche, che coinvolge gli studenti della città in percorsi che si basano sulla locale tradizione manifatturiera – siamo nella capitale italiana della seta – per immaginare un futuro legato al fashion design; ma è anche un’occasione per accogliere e realizzare interventi di urban art e street art, contribuendo a ricreare l’immaginario collettivo. Trasformando Como in un piccolo museo a cielo aperto.

Nove gli artisti che, da questi giorni e fino ai primi di novembre, trasformano Como in un museo a cielo aperto. Cifra caratteristica di quest’anno il ricorso al linguaggio della performance: con Massimo Giacon stralunato e magnetico madonnaro sotto i portici del Broletto e Opiemme a condurre la sua battaglia contro il traffico donando ai ciclisti speciali targhe per le proprie due ruote; con Ivan Tresoldi che libera sullo specchio del lago le sue poesie in forma di romantiche barchette, e sul selciato che separa l’Accademia Aldo Galli dalla ex Chiesa di San Francesco compone il verso più lungo del mondo.

Andrea Mazzola ironizza sul mattone fondamentale attorno cui ruota la nostra economia, il barile di petrolio, sezionandolo e riassemblandolo in una colorata installazione; mentre il collettivo FX interviene con un monumentale wall painting (nella foto) sul ponteggio dello Spazio Natta, sede espositiva comunale, ricordando il genio e l’estro creativo di Bruno Munari. Un modello assoluto, eletto a simbolo di fantasia ed energia.