Foto della settimana: La Partigiana, in mostra a Padova

29 Marzo 2015

La partigiana

Lei guarda dritto nell’obiettivo e anzi accenna a sorridere, nonostante il freddo debba essere pungente e il pericolo costantemente in agguato. La Partigiana – così è stata chiamata la donna ritratta nell’iconica fotografia – non a caso è diventata un popolare emblema della Resistenza italiana contro il nazifascismo: la sua espressione franca e determinata, a dispetto del clima impietoso e dell’equipaggiamento improvvisato, rappresenta pienamente la forza morale di chi si oppose – spesso a caro prezzo – ai regimi che opprimevano Italia e gran parte dell’Europa nella prima metà del Novecento.

L’immagine è stata scattata nel 1944, dalle truppe Alleate che utilizzavano simili fotografie anche a scopo propagandistico: lanciando dagli aerei copie di questa e altre fotografie simili sui territori italiani e francesi, incitando le popolazioni a trovare la forza per continuare a lottare.
Non a caso, il titolo ufficiale della fotografia è The italian Magnis freedom fighters, a testimoniare che l’autore era inglese o statunitense. Neppure negli immensi archivi dell’Imperial War Museum britannico, dove pure è schedata, si trovano però informazioni più dettagliate riguardo alla fotografia.

In occasione dell’esposizione Questa è guerra! – in corso al Palazzo del Monte di Pietà di Padova fino al prossimo 31 maggio – che l’ha mostrata al pubblico per concessione della Galleria Daniel Blau, la giornalista Emanuela Risari ha rivelato però l’identità della donna ritratta, in una mail al curatore della mostra Walter Guadagnini.

La Partigiana è Prosperina Vallet, conosciuta durante la Resistenza con il nome di battaglia Lisetta, membro della formazione autonoma Vetrosan insieme al marito Rino Mion. Stando alle ricerche di Emanuela Risari, con cui hanno collaborato anche la giornalista Maria Teresa Zonca e gli Istitituti di Storia della Resistenza del Piemonte e della Valle d’Aosta, la fotografia sarebbe stata scattata tra il 2 e il 6 novembre 1944, mentre Prosperina e i suoi compagni partigiani cercavano di raggiungere la Francia attraverso i valichi alpini.
Grazie alla passione della giornalista, i nomi di Prosperina e di suo marito sono finalmente comparsi nella mostra di Padova e all’attenzione del mondo, che tanto deve alla lotta partigiana.