Un nuovo sguardo su Zurbarán

8 Giugno 2015

Francisco de Zurbarán, Fuga in Egitto, 1630-35, olio su tela, Seattle Art Museum

Domani, martedì 9 giugno, il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid aprirà le porte a Zurbarán: una nuova prospettiva: fino al 13 settembre, la rassegna attirerà nuovamente l’interesse mondiale su Francisco de Zurbarán, uno dei protagonisti più famosi del Secolo d’oro spagnolo.

Curata da Odile Delenda e Mar Borobia, la mostra segue a oltre vent’anni di distanza una memorabile mostra ospitata dal Prado nel 1988, oltre a quella allestita a Siviglia dieci anni dopo, con l’aggiunta di spunti inediti, frutto degli studi condotti su Zurbarán da allora a oggi. L’obiettivo dell’esposizione è proporre al pubblico l’esito di queste ricerche, presentando alcune opere recentemente attribuite all’artista e altre appositamente restaurate per l’occasione.

Sette gallerie del museo madrileno accoglieranno 63 dipinti del maestro spagnolo, disposti secondo un criterio non solo cronologico ma anche basato sui diversi tipi di committenza – dagli Ordini religiosi ai singoli devoti. Due ulteriori gallerie faranno da sfondo a una selezione di nature morte realizzate dall’artista e a una serie di lavori dei suoi discepoli, tutti esposti in maniera inedita.

Pittore di scene sacre e attento osservatore della realtà, Zurbarán seppe interpretare il Seicento spagnolo con uno stile innovativo e di forte impatto. Caratterizzata da geometrie rigorose, decise modulazioni cromatiche e una diffusa solennità, l’arte di Zurbarán è stata un punto di riferimento per le successive generazioni di pittori – dai Cubisti ai Metafisici – e dimostra ancora oggi un’incredibile modernità.

[Immagine in apertura: Francisco de Zurbarán, Fuga in Egitto, particolare, 1630-35, olio su tela, Seattle Art Museum]