Vetro e arte s’incontrano. A Venezia

4 Giugno 2015

Glasstress 2015 - Adel Abidin, The Reward

Nel ricco calendario di eventi collaterali alla 56esima Biennale di Venezia, spicca un’iniziativa dedicata a quella preziosa tecnica vetraria che ha profonde radici in Laguna. È Glasstress, rassegna giunta alla quarta edizione e ospitata da Palazzo Franchetti, sede del famoso Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti.

Frutto della collaborazione tra il Museo dell’Hermitage russo e la veneziana Fondazione Berengo – capeggiata da Adriano Berengo, anche curatore della mostra – l’iniziativa prende quest’anno il titolo di Gotika e, fino al prossimo 22 novembre, metterà a confronto la tradizione gotica con le istanze artistiche contemporanee, usando il vetro come terreno comune.

Oltre 100 opere d’arte medievali in vetro e altri oggetti gotici e neo-gotici appartenenti alla prestigiosa collezione dell’Hermitage – ostensori, reliquiari, armature – entrano in dialogo con le creazioni di 50 artisti provenienti da tutto il mondo, realizzate dai maestri vetrai nella fornace Berengo a Murano. Il Palazzo Franchetti – in stile gotico, naturalmente – partecipa dal canto suo allo spirito dell’evento.
Anche la stessa Fondazione Berengo di Murano apre i propri spazi a Gotika, nei suggestivi ambienti di una fornace inutilizzata da decenni.

Tra gli artisti che hanno risposto all’invito di creare opere vetrarie contemporanee ispirate alla simbologia medievale compaiono nomi di rilievo come Mimmo Paladino, Olafur Eliasson, Jake & Dinos Chapman e Tony Cragg, in una conversazione ininterrotta tra passato e presente.

[Immagine in apertura: Adel Abidin, The Reward – Glasstress 2015]