L’autobiografia di Ai Weiwei

17 Ottobre 2015

Ai Weiwei mostra alcuni dei "Sunflower Seeds" in porcellana che compongono l'omonima installazione in mostra alla Tate Modern di Londra, dall'ottobre del 2010 a maggio 2011 (Photo by Peter Macdiarmid/Getty Images)

Di cose da raccontare, Ai Weiwei ne ha tante. Non stupisce, dunque, il recente annuncio dell’uscita del suo libro di memorie, prevista per la primavera 2017 in America, Gran Bretagna e Canada.
58 anni e alle spalle una serie di vicissitudini personali, inscindibili dal suo lavoro come artista e attivista, Ai Weiwei pubblicherà la sua biografia per la Crown Publishing Group, divisione del colosso editoriale americano Penguin Random House.

Ma il libro non ripercorrerà a ritroso soltanto la sua storia personale, compresi i famosi 81 giorni sotto chiave imposti dalle autorità cinesi: l’intenzione dell’artista è di raccontare le vicende altrettanto travagliate del padre, Ai Qing, poeta di mestiere, che negli anni Trenta fu imprigionato dal governo per il suo fare rivoluzionario e tre decadi dopo fu spedito ai lavori forzati nel deserto del Gobi dal regime di Mao, dove visse con la sua famiglia e lo stesso artista, allora bambino.

Nella storia che si ripete, l’autore avrà occasione di tracciare il corso degli eventi del suo Paese nell’ultimo secolo, di riferirli attraverso il suo vissuto, di ribadire il dissenso e raccontare “la lotta per la libertà individuale in questa società datata”.
Il libro, com’era facile immaginare, non sarà distribuito in Cina.