I colletti bianchi di Isaac Cordal

8 Ottobre 2015

Isaac Cordal. Nuart 2015. Stavanger Noervegia. 09-15 (photo Jaime Rojo)

Isaac Cordal critica la società, il capitalismo, le miserie umane, la politica. E lo fa con l’arte urbana, installando in giro per le città del mondo piccole sculture raffiguranti uomini d’affari in giacca e cravatta: meschini, depressi, ingobbiti, di mezza età, sono l’espressione di una società indifferente e cinica in cui conta il profitto e nient’altro.

Classe 1974, originario della Spagna del nord, attivista, Isaac Cordal è conosciuto a livello internazionale per i suoi colletti bianchi in miniatura – di resina, mentre agli inizi erano in cemento – mimetizzati nei più vari contesti urbani; collocati in posizioni precarie, come sembra essere la loro vita, in bilico tra il successo del lavoro e il baratro del fallimento umano.

Isolate su un cornicione, un muro scrostato o il bordo di un marciapiede, le sue piccole sculture raccontano di una società sbagliata, imperfetta e assurda, e invitano a una riflessione chiunque vi incappi con lo sguardo.

[Immagine in apertura: photo by Jaime Rojo, fonte BrooklynStreetArt.com]