Bartali e Julian Beck, insieme contro il nazifascismo

26 Gennaio 2016

Gino Bartali nel marzo del 1952

Anche quest’anno, l’Associazione ECAD – Ebraismo Culture Arti Drammatiche, con il patrocinio del Presidente della Repubblica e del MiBACT, ha promosso l’iniziativa La Shoah dell’Arte, invitando gli spazi culturali pubblici e privati d’Italia a riunirsi per celebrare la memoria storica di un evento drammatico, così da scongiurarne il ripetersi.

Fra i musei partecipanti compare anche il MACA di Acri che, per l’occasione, presenta due eventi espositivi incentrati sul periodo della Seconda Guerra Mondiale. Il primo, dal taglio più narrativo, vede protagonista Gino Bartali (immagine in apertura), l’indimenticato eroe del ciclismo; il secondo, di natura più strettamente artistica, sarà incentrato su due dipinti del drammaturgo ebreo Julian Beck.

Fino al 20 marzo, il museo calabrese racconterà al pubblico una vicenda ancora poco nota legata al grande sportivo Bartali: gli sforzi compiuti dal ciclista per salvare dalla deportazione circa 800 ebrei, facendo da messaggero fra Firenze e Assisi, in sella alla sua fedele bicicletta.
La follia nazista colpì anche la creatività, arrivando a censurare l’arte ritenuta “degenerata”. Le due tele di Beck – fondatore della compagnia di teatro sperimentale Living Theater –ne sono un esempio. Fortunatamente sopravvissute alla furia bellica, a partire dal mese di giugno saranno esposte al Centre Georges Pompidou di Parigi.