Addio a Gato Barbieri, il sax di ‘Ultimo tango a Parigi’

4 Aprile 2016

Gato Barbieri nel dicembre del 2015 (Photo by Slaven Vlasic/Getty Images)

È morto la notte dello scorso 2 aprile, all’età di 83 anni, il sassofonista e compositore argentino Leandro ‘Gato’ Barbieri. Era stato operato da poco per un bypass al cuore, ma una bronchite gli è stata fatale, come ha raccontato all’ANSA la moglie Laura, madre del suo unico figlio Christian, che compirà 18 anni fra poco.

Figlio di un carpentiere con la passione del violino, Barbieri nasce a Rosario nel 1932 e viene chiamato ‘Gato’ già negli anni ’50: è il periodo in cui suona per i locali di Buenos Aires e l’agilità con cui si sposta da un club notturno all’altro, tra le diverse esibizioni, gli vale il soprannome “felino”. Trasferitosi a Roma nel 1962, registra per il giovane arrangiatore Ennio Morricone l’assolo in Sapore di sale di Gino Paoli; una decina d’anni più tardi, arriva la collaborazione con un altro grande maestro italiano, Bernardo Bertolucci, per il quale compone la colonna sonora del film Ultimo tango a Parigi, che gli vale un Grammy Award e la massima notorietà.

Bernardo voleva una melodia sensuale” – ha raccontato Gato Barbieri in un’intervista. – “Mi ha detto, ‘non voglio una musica che sia troppo Hollywood ma neanche troppo europea, che è più intellettuale. Voglio una via di mezzo’“.
Il latin jazz di Gato Barbieri, capace di associare le sonorità del Sud America alle soluzioni tecniche dei più grandi sassofonisti del genere, si rivelerà la scelta vincente.