Federico Zandomeneghi, un impressionista a Padova

8 Ottobre 2016

Federico Zandomeneghi, Il tè, 1893, pastello, cm. 48x59, Collezione Sacerdoti - Ferrario

Temperamento volitivo e straordinaria abilità fra tele e pennelli: sono gli elementi caratteristici di un artista veneziano che ha saputo andare alla conquista del successo tra le pieghe dell’Ottocento. Federico Zandomeneghi, discendente di una famiglia di scultori, ha scelto la pittura come lessico, facendo propria l’esperienza macchiaiola e usandola come base di partenza per elaborare un linguaggio di grande immediatezza, vicino all’Impressionismo francese.

Sarà proprio la Ville Lumière la chiave di volta di una carriera votata alla modernità. Interprete soprattutto dell’emancipazione femminile sullo sfondo della Belle Époque – grazie a una galleria di intensi ritratti, fra piazze, boulevard e caffè –, Zandomeneghi si è guadagnato un ruolo di primo piano nella produzione pittorica ottocentesca, al confine con il secolo scorso.

Tutto questo è confluito nella rassegna L’impressionismo di Zandomeneghi, allestita a Palazzo Zabarella, a Padova, fino al 29 gennaio 2017. Un affascinante percorso espositivo che, attraverso una serie di dipinti a olio e a pastello, molti dei quali sconosciuti al grande pubblico e provenienti da collezioni museali e private, scandisce le tappe della storia del pittore, dagli esordi alla notorietà.

[Immagine in apertura: Federico Zandomeneghi, Il tè, 1893, pastello, cm. 48×59, Collezione Sacerdoti – Ferrario]