La fotografia senza censure di Boogie

5 Dicembre 2016


Nato a Belgrado nel 1969, Vladimir Milivojevich fu costretto ad abbandonare la propria terra natale in seguito allo scoppio della guerra nell’area balcanica, trovando rifugio all’estero e nella sua passione per la fotografia. Fu allora che prese vita Boogie, nome d’arte di un fotografo capace di immortalare il lato più duro della realtà.

Dalle periferie di New York fino ai sobborghi di Kingston, Boogie ha ritratto il volto criminale e violento della strada, le cui ragioni si celano tra le pieghe di povertà e disagio sociale. It’s all good e A Wah Do Dem – i due cicli fotografici realizzati nella Grande Mela e in Giamaica – sono ora in mostra a Napoli, negli ambienti dei Magazzini Fotografici.

Fino al primo aprile 2017, la location partenopea fa da cornice agli efficaci ritratti di Boogie, emblema di una quotidianità raccontata senza censure o giri di parole, ma con la consapevolezza di chi ha subito la violenza di un conflitto bellico ed è intenzionato a portare lo sguardo di chi osserva nel cuore di una realtà che è necessario conoscere.