Bellezza “all’italiana”, nei progetti di Mario Bellini

18 Gennaio 2017

Mario-Bellini-Islamic-Art-Pavilion-Louvre

A 30 anni dalla retrospettiva con il cui il MoMA di New York, nel 1987, omaggiò il celebre architetto italiano, apre alla Triennale di Milano Mario Bellini. Italian Beauty. Curata da Deyan Sudjic – direttore del Design Museum di Londra – con Ermanno Ranzani, consulente per l’architettura, e Marco Sammicheli per il design, la mostra delinea la parabola umana e professionale del progettista milanese, classe 1935.

Figura poliedrica e singolare, dopo la formazione presso il Politecnico di Milano, Bellini ha operato nei campi del design e dell’architettura misurandosi con interventi nella piccola e nella grande scala. Il suo nome è legato alla progettazione di arredi e oggetti divenuti icone del Novecento, prodotti da aziende italiane e internazionali tra cui B&B, CassinaFlou, Vitra e Kartell. Ben 25 sue creazioni sono divenute parte integrante della collezione permanente del Museum of Modern Art di New York.
Attivo sul fronte architettonico con maggiore vigore dagli anni Ottanta in poi, Bellini ha firmato centri congressi, fiere, musei operando in un contesto pienamente internazionale: dal Giappone agli Usa, dalla Germania all’Australia, senza dimenticare l’Italia e l’Europa. Nel 2012 ha progettato il Dipartimento delle arti islamiche per il Louvre di Parigi, di cui nell’immagine in apertura si vede la particolarissima copertura metallica modulare, color dell’oro.

Con un allestimento dello stesso architetto e del suo studio, Mario Bellini. Italian Beauty ripercorre 60 anni di attività, occupando una superficie di oltre mille metri quadrati all’interno del Palazzo dell’Arte di Milano. Il percorso espositivo si snoda nelle sezioni Portale, Galleria, Piazza e nelle cosiddette quattro Stanze – ciascuna organizzata secondo un tema guida – con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione “sulla necessità e sul ruolo eversivo e salvifico della bellezza“. Presenti anche una serie di installazioni video curate da 3D Produzioni, con la regia di Giovanni Piscaglia. Alla retrospettiva è infine associato il catalogo – edito da Silvana Editoriale – con un’introduzione di Francesco Moschini, una prefazione di Germano Celant, e saggi, tra gli altri, di Deyan Sudjic, Ermanno Ranzani, Marco Sammicheli, Enrico Morteo, Italo Lupi, Kurt Foster, Franco Purini, Marco Romano, Carlo Arturo Quintavalle, Francesco Binfarè e Vittorio Sgarbi.

[Immagine in apertura: photo by Caterina Porcellini]