A New York, gli ologrammi sperimentali di Louise Bourgeois

12 Gennaio 2017

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Scomparsa a Manhattan nel 2010, Louise Bourgeois è autrice presente nelle più prestigiose collezioni museali internazionali. Le principali istituzioni culturali le dedicano interi spazi espositivi e ampie retrospettive, dalla Tate Modern di Londra al Centre Georges Pompidou di Parigi, passando per il circuito Guggenheim – il 2016 è stato l’anno della grande mostra Structures of Existence: The Cells a Bilbao – e gli Stati Uniti.

A New York ha appena inaugurato la mostra Louise Bourgeois: Holograms che, negli spazi della Cheim & Read Gallery, fa luce su un filone ancora poco conosciuto della sua produzione artistica.
Vengono infatti presentate, fino all’11 febbraio prossimo, otto opere di dimensioni ridotte realizzate mediante l’ologramma. Risalenti alla fine degli anni Novanta, questi lavori vennero eseguiti su lastre di vetro che raffigurano oggetti di uso comune, come elementi d’arredo o specchi accompagnati da arti umani, tra cui gambe e piedi.
A colpire, oltre ai soggetti, è il colore, con una netta prevalenza del rosso, che rimandano a una dimensione intermedia, tra l’indagine psicologica e la rappresentazione della realtà.