L’incredibile ritrovamento di una tela del Seicento

27 Febbraio 2017

Jan Fransz Verzijl, Il Giovane Bacco,1630 ca. olio su tavola, 62x48cm

Sembra uscita dalla mente di uno sceneggiatore cinematografico la vicenda, del tutto reale, del dipinto Un giovane come Bacco, opera del caravaggista olandese Jan Franse Verzijl (in apertura, un dettaglio). Eseguita intorno al 1630 e data a lungo per scomparsa, la tela è stata al centro di una lunga indagine condotta dall’FBI che ha permesso di fare luce sui vari passaggi di proprietà.

Compresa nella collezione Stern – patrimonio della nota Galerie Stern, fondata a Düsseldorf nel 1913 dall’ebreo-tedesco Julius Stern – venne eredita, insieme a numerose altre opere, da Max Stern. Fu lui a occuparsi del patrimonio di famiglia fino a quando, a causa delle origini ebraiche, venne obbligato a chiudere la galleria ed emigrare.
Prima di abbandonare la Germania, nel dicembre 1937, fu inoltre costretto a mettere all’asta l’intera collezione, cedendo alle pressioni del governo. Alcuni lotti rimasero invenduti e Stern li conservò in un deposito che, tuttavia, venne individuato dalla Gestapo. Ben 28 capolavori furono confiscati e le loro tracce si persero per decenni, nonostante il gallerista non smise mai di cercare indizi, proponendo anche ricompense per quanti fossero stati in grado di fornirgli dati utili.

Nel 2005 la Fondazione Stern, istituita dai suoi eredi, ha lanciato il Max Stern Restitution Project, un’iniziativa sostenuta dai governi americano, tedesco e canadese e finalizzata al ritrovamento di quel patrimonio d’arte mai dimenticato. In questi anni di attività, il progetto ha permesso di identificare e recuperare dipinti di Maestri come Bruegel, Bosch, Ludovico Carracci, sempre attraverso la formula delle restituzioni volontarie e mai ricorrendo alle vie legali.

Più di recente, FBI ha permesso di ricostruire anche “il mistero” de Un giovane come Bacco: il dipinto era stato acquistato, regolarmente nel corso di una fiera, dai proprietari della galleria torinese Caretto&Occhinegro. I galleristi, messi al corrente dell’intera storia, hanno scelto di rinunciare al dipinto e di metterlo a disposizione con una donazione. La tela sarà visibile nelle sale del Jewish Museum di New York, mentre gli eredi di Max Stern, dopo questo nuovo “successo”, proseguono con ritrovato slancio la loro azione. All’insegna della passione per l’arte e della riconoscenza verso la famiglia.