Cento anni di jazz, ripercorsi attraverso la grafica

18 Marzo 2017


Da domenica 19 marzo al 30 aprile 2017, Spazio Officina di Chiasso in Svizzera, adiacente al m.a.x. museo, ospita una mostra che, in occasione del centenario dalla prima incisione jazz su disco in vinile, presenta cover e manifesti realizzati da grafici e artisti di calibro internazionale, per raccontare una nuova era e uno dei maggiori apporti culturali del Novecento per la sua estemporaneità.

Era il 26 febbraio 1917 e quello che finiva nei negozi – registrato a New York dalla Original Dixieland Jass Band – era il primo disco jazz della storia. Un secolo di jazz. La creatività estemporanea – questo il titolo dell’esposizione che parte proprio da questo evento per abbracciare cento anni di un fenomeno musicale e sociale dirompente come il jazz – presenta un patrimonio visivo di grande vivacità elaborato con soluzioni innovative da celebri artisti come Josef Albers, Max Huber, Andy Warhol, Guido Crepax.

L’esposizione presenta, infatti, copertine di dischi, manifesti che per la loro bellezza vengono riconosciuti come vere e proprie opere d’arte, locandine, cartoline, copertine di libri. Il percorso presenta, inoltre, dischi, reportage fotografici di momenti e incontri storici della storia del jazz e dei suoi personaggi, splendidi grammofoni di fine Ottocento e inizio Novecento (anche della famosa casa discografica His Master’s Voice, ovvero La voce del padrone), strumenti musicali rari, spartiti ed edizioni divenute celebri, punti d’ascolto e spezzoni di film, come il famoso The Jazz Singer, film culto del 1927 che segna la nascita del cinema sonoro.
In tutto sono in mostra a Chiasso trecento opere, tra cui anche la prima registrazione nazionale con una jazz band svizzera risalente al 1929, senza dimenticare il primo disco da cui appunto ebbe inizio la leggenda…

[Immagine in apertura: Art Farmer / Donald Byrd / Idrees Sulieman, Three Trumpets, Prestige 7092, 1957, serie 446 W. 50th St., N.Y.C. Teddy Charles (Produttore), Ira Gitler (Liner Notes), Reid Miles (Art Director), Collezione privata Stefano Wagner