Le forme mobili di Loris Cecchini incantano Venezia

24 Aprile 2017


Sta conquistando un ruolo di primo piano anche nella vita culturale di Venezia, il T Fondaco dei Tedeschi: lifestyle department store di DFS ospite dell’omonimo palazzo lagunare, è tornato a nuova vita in seguito all’intervento di ripristino recentemente messo in campo da Rem Koolhaas.

Dopo aver ospitato l’opera di Fabrizio Plessi, l’Event Pavilion – situato al quarto piano dell’edificio – apre le porte a Waterbones, la coreografica installazione di Loris Cecchini, artista milanese classe 1969 conosciuto in tutto il mondo grazie a un linguaggio che coniuga architettura, scultura e dimensione organica.

Loris-Cecchini-Waterbones.-Installation-view-at-T-Fondaco-dei-Tedeschi-Venezia-2017-1-1

Il lavoro installativo che, fino al 27 novembre, anima l’ambiente veneziano, è formato da migliaia di sottili moduli di acciaio assemblati l’uno all’altro e disposti nello spazio a comporre una trama visiva di grande impatto, capace di interagire sia con il contesto del Pavilion sia con la percezione del pubblico, generando una sensazione immersiva e chiamando in causa i concetti di natura e artificio.

I moduli di Waterbones possono essere assemblati all’infinito e dare vita a innumerevoli combinazioni, evocando il funzionamento degli algoritmi matematici alla base del mondo naturale. Metafora biologica, al confine tra scienza ed estetica, l’opera di Cecchini si inscrive nel solco della sua poetica, in bilico tra materia e sospensione.