Prima monografica in Canada per Olafur Eliasson

27 Giugno 2017

Olafur Eliasson, Big Bang Fountain, 2014 Installation view at Moderna Museet, Stockholm, 2015. Photo: Anders Sune Berg (CNW Group/Musée d'art contemporain de Montréal)

Sono pochi gli artisti che sono riusciti a conquistare fama internazionale per la loro capacità di combinare luce, ombra, colore, rinnovando nello stesso tempo l’esperienza di attraversamento dello spazio. A imporsi, in questo specifico ambito, c’è certamente Olafur Eliasson, artista danese di origini islandesi, artefice di interventi che hanno fatto il giro del mondo: sua, nel 2003,  la celebre installazione The Weather Project appositamente concepita per la Tate Modern di Londra. Dall’altra parte dell’Atlantico, Eliasson è da pochi giorni al centro della prima mostra monografica che il Canada gli dedica.

Olafur Eliasson, Multiple shadow house, 2010 Installation view at Tanya Bonakdar Gallery, New York, 2010. Photo: Studio Olafur Eliasson (CNW Group/Musée d'art contemporain de Montréal)

 

Fino al 9 ottobre 2017, gli spazi del MAC – Musée d’art contemporain de Montréal ospitano Multiple shadow house, un’opera che incoraggia gli spettatori a rinunciare al ruolo di semplici osservatori. In questo caso, infatti, sono invitati a vivere un’esperienza di attraversamento dell’installazione stessa, al cui interno luce e movimento si fondono, in un processo di rinnovata esplorazione spaziale. Vestendo i panni di “partecipanti” di un processo artistico nell’atto stesso in cui questo si compie, quanti si misureranno con Multiple shadow house potranno cogliere la centralità, nel lavoro complessivo di Eliasson, degli elementi intangibili. Nella sua visione, infatti, giochi di luce, illusioni ottiche, principi scientifici, riflessioni sullo scorrere del tempo vengono elevati al ruolo di elementi chiave delle opere.

Nelle sale del museo canadese, inoltre, saranno esposti altri lavori che ripercorreranno la carriera dell’artista, autore di installazioni su larga scala in tutto il mondo: fin dalla metà degli anni Novanta, ha scelto di occupare spazi pubblici, gallerie e musei spingendo sempre i fruitori dei suoi interventi a interrogarsi sul proprio rapporto con il mondo, con l’ambiente, con il tempo e, naturalmente, con lo spazio. Con il suo studio, di base a Berlino, Eliasson opera nella produzione di dispositivi che indagano i fenomeni naturali, con particolare riguardo per quelli fisici legati alla luce. In Italia, qualche settimana fa, è stata presentata la sua nuova opera La congiuntura del tempo (Tempo junction, 2017), appositamente concepita per la rinnovata sede della Fondazione Agnelli di Torino.

[Immagine in apertura: Olafur Eliasson, Big Bang Fountain, 2014, Installation view at Moderna Museet, Stockholm, 2015. Photo: Anders Sune Berg (CNW Group/Musée d’art contemporain de Montréal). Immagine nell’articolo: Olafur Eliasson, Multiple shadow house, 2010 Installation view at Tanya Bonakdar Gallery, New York, 2010. Photo: Studio Olafur Eliasson (CNW Group/Musée d’art contemporain de Montréal)]