In Australia, l’arte aborigena conquista anche la Sydney Opera House

13 Luglio 2017


Sono trascorsi 50 anni – era il 27 maggio 1967 – da quando il governo australiano guidato da Harold Holt approvò due emendamenti alla Costituzione, ratificati dal referendum dell’agosto successivo, relativi agli aborigeni: gli appartenenti alle popolazioni autoctone dell’Australia vennero così dotati del diritto di cittadinanza e di speciali forme di tutela. L’evento viene oggi commemorato, in tandem con le celebrazioni dell’unità nazionale, con due appuntamenti culturali nelle città di Sydney e di Perth.

L’iconica facciata della Sydney Opera House, progettata dall’architetto danese Jørn Utzon, per tutta l’estate accoglierà una speciale proiezione al calar del sole. Ogni giorno, dopo il tramonto, per sette minuti sarà infatti possibile assistere allo spettacolo di immagini dal titolo Badu Gili, che in lingua aborigena significa “luce dell’acqua” (nell’immagine in apertura, photo by Daniel Boud).
Le opere di cinque artisti aborigeni – Jenuarrie (alias Judith Warrie), Frances Belle Parker, Alick Tipoti, Lin Onus e Minnie Pwerle – si susseguono in un suggestivo show, ripercorrendo la storia del grande Paese.

In contemporanea, fino al 20 agosto, il Perth Institute of Contemporary Art ospita When the sky fell, un appuntamento espositivo – con la curatela di Clothilde Bullen – nel quale artisti provenienti da differenti comunità indigene sono stati invitati a riflettere sui cambiamenti apportati dal referendum di 50 anni fa sugli aborigeni e sulla strada ancora da percorrere in nome dell’uguaglianza. La mostra offre una narrazione che intreccia storia, arte e società contemporanea, ricorrendo a un corpus di opere realizzate sia con tecniche tradizionali, sia con metodi innovativi.