Philadelphia e i suoi skaters: un racconto per immagini

27 Luglio 2017


Chiuso per un intervento di rinnovo, il LOVE Park di Philadelphia è un luogo molto amato della città statunitense, in particolare dagli appassionati di skateboard. A caratterizzarlo è la presenza della scultura omonima realizzata dall’artista statunitense Robert Indiana: collocata al centro dello spazio pubblico, in occasione del bicentenario della nascita degli Stati Uniti, nel 1976, è divenuta talmente celebre da “ribattezzare” il parco stesso, ufficialmente nato come JFK Plaza.

A rendere per certi versi “leggendario” questo luogo sono anche i tanti skaters che, a partire dagli anni Ottanta, iniziarono a darsi appuntamento per le proprie evoluzioni sulla sua superficie, in parte rivestita in granito.
Una fama destinata a crescere nel decennio successivo, quando LOVE Park divenne il luogo di riferimento per un’intera generazione: le cronache dell’epoca restituiscono anche momenti di “tensione” tra skaters e forze dell’ordine, dovute ai divieti che limitavo questo tipo di attività.

A riannodare il filo della memoria sono oggi le fotografie realizzate dall’artista statunitense Jonathan Rentschler, non prive di un alone di nostalgia per quella “stagione” del parco. Come lo stesso autore racconta, questo luogo sembrava dotato di una speciale “aura che attirò personalità eccentriche. Il luogo era pieno di skaters, senzatetto, impiegati, turisti e venditori di droga.” Anche la sua posizione centrale viene considerata da Rentschler un fattore determinante nel processo di creazione di quella “atmosfera interessante e appassionante: la sua diversità promuove la creatività e conduce all’apprezzamento di idee, culture e modi di vivere diversi“.
Un’identità che oggi sembrano essere lontane e, forse, irripetibili. Anche per questo, come ha precisato lo stesso fotografo, “queste immagini suscitano sensazioni di resistenza, ribellione, fratellanza, individualismo e perdita“.