A Civitavecchia, gli affreschi identici a quelli di Raffaello in Vaticano

6 Agosto 2017


La cacciata di Eliodoro dal tempio, La messa di Bolsena, La liberazione di San Pietro e L’incontro di Leone Magno con Attila sono i temi raffigurati sui quattro affreschi portati alla luce nell’abitazione di proprietà del carabiniere in pensione Tarcisio De Paolis, nel centro storico di Civitavecchia, a nord di Roma. Tracce di queste opere erano emerse all’inizio degli anni Sessanta nel corso di alcuni lavori di ristrutturazione.
Per gli storici dell’arte e gli specialisti che hanno avuto la possibilità di posare i propri occhi su questi lavori – tra loro anche Vittorio Sgarbi e Nicole Dacos – si potrebbe trattare di affreschi eseguiti da artisti provenienti dalla bottega di Raffaello. Il pittore urbinate, come noto, realizzò per l’appartamento di Giulio II, a cavallo tra il 1511 ed il 1514, le celebri Stanze in Vaticano (di cui mostriamo in apertura la cosidetta Stanza di Eliodoro, fonte Wikipedia), proponendo in quel ciclo temi e soggetti analoghi a quelli rinvenuti a Civitavecchia.

Nel corso di questi 40 anni si sono susseguite numerose ipotesi per spiegare “l’incredibile rinvenimento” e, soprattutto, per giustificare le analogie con il ciclo firmato da Raffaello. Per alcuni studiosi potrebbe addirittura trattarsi di una sorta di “bozzetto”, eseguito direttamente a parete e in una dimensione ambientale da un collaboratore del grande pittore: Giulio II potrebbe così aver avuto l’opportunità di apprezzare una sorta di “anteprima” dell’opera che aveva commissionato? Un’ipotesi tutta da verificare, sebbene le forti connessioni tra Civitavecchia e lo Stato Pontificio all’epoca: il Papa la raggiungeva con regolarità, per controllare l’andamento del cantiere della Fortezza, eretta a ridosso del porto.
Come dichiarato di recente alla stampa dallo stesso De Paolis, l’obiettivo sarebbe quello di rendere queste opere un patrimonio condiviso, aperto e fruibile a quanti desiderassero vederlo personalmente. Dopo esserne occupato per oltre un quarantennio e in seguito al recente intervento di ripulitura, il carabiniere in pensione ha espresso un altro desiderio: auspica infatti che le istituzioni possano contribuire al mantenimento e alla valorizzazione di questi affreschi.

[Immagine in apertura: photo by Simone