Il Centre Pompidou festeggia gli 80 anni di David Hockney

11 Agosto 2017


80 anni, 160 lavori per celebrare il compleanno di uno dei maggiori artisti viventi: parliamo del britannico David Hockney, cui il Centre Pompidou dedica – fino al prossimo 23 ottobre – la più grande mostra retrospettiva che abbia mai indagato nella prolifica carriera dell’artista.
Per riuscire a raccogliere una simile quantità di opere – molto diverse anche per formato, che va dal dipinto alla video installazione – il museo di Parigi ha collaborato con altre due realtà di assoluto prestigio, la Tate di Londra e il Metropolitan Museum di New York.

L’accenno alla grande varietà di tecniche impiegate da Hockney nel corso della sua lunga attività – tuttora in corso! – non è casuale. L’esposizione si focalizza infatti sull’interesse nutrito da Hockney nei confronti di qualsiasi innovazione tecnologica, applicata all’ambito delle immagini. In particolare, per l’ottuagenario Maestro l’atto creativo è sempre stato anche un’azione di condivisione; si spiega così la sua propensione a sperimentare con ogni mezzo che potesse amplificare la produzione, riproduzione e diffusione delle sue opere: dalla macchina fotografia al fax, dal computer all’iPad, non c’è strumento con cui Hockney non si sia prima o poi confrontato.

Resta comunque profondo il legame di Hockney con la più tradizionale pittura. Si pensi per esempio che proprio due artisti figurativi sono alla base dello sviluppo del suo stile, nella fase più giovanile della sua carriera.
Da una parte, infatti, Hockney apprende dall’esempio di Jean Dubuffet a elaborare uno stile riconoscibile, ma soprattutto “accessibile” anche al grande pubblico. Dall’altra, Francis Bacon gli apre la strada per l’affermazione di tematiche non affatto semplici, soprattutto visto il coinvolgimento personale, a cominciare dall’omosessualità. L’incontro con i lavori di Pablo Picasso, infine, gli dimostrano con assoluta chiarezza la possibilità – per non dire il “dovere” – di essere flessibili e aperti a qualsiasi stimolo: Hockney abbandonerà così il realismo figurativo iniziale, che si rifaceva all’immagine fotografica, per sperimentare composizioni e prospettive complesse, sintesi mentale ed emotiva di punti di vista multipli, anche sulla società di cui facciamo parte.