La bellezza rivelata: Wilson Bentley, il fotografo dei fiocchi di neve

9 Dicembre 2017

Wilson A. Bentley, Snowflake, fonte Smithsonian Institute Archives

Non è azzardato individuare nel fotografo statunitense Wilson A. Bentley l’autore di riferimento di un particolare genere di fotografia naturalista. Nato nel 1865 a Jericho, una città nello stato del Vermont, si avvicinò fin dall’adolescenza all’osservazione dei cristalli di ghiaccio che formano i fiocchi di neve. Combinando un microscopio -ricevuto in dono dai genitori – alla macchina fotografica, riuscì a nutrire la sua passione per questo universo invisibile ad occhio nudo, effimero e transitorio, ma anche sorprendentemente ricco di diversità.

La sua idea di isolare e immortalare le varie forme di cristalli rappresentò un’autentica sfida, sia per le condizioni climatiche nelle quali dovevano svolgersi le sessioni fotografiche, sia per lo sterminato numero di variabili disponibili. In un grande fiocco di neve, infatti, si stima che possano esserci fino a 200 cristalli di ghiaccio.
Mosso dallo slancio unico che anima la ricerca scientifica, Bentley portò avanti con passione e rigore le sue analisi fotografiche incurante del freddo e della neve, a tal punto che dai vicini venne ribattezzato “Snowflake”, ovvero “fiocco di neve”. Per lui i cristalli, sapientemente restituiti attraverso migliaia immagini, erano “miracoli di bellezza”, oltre che una delle manifestazioni del “meraviglioso piano di Dio”.

Questi sforzi vennero ripagati da un interesse crescente verso i suoi lavori: nel corso della sua vita, riuscì a pubblicare un articolo sulla prestigiosa testata National Geographic cui seguì, nel 1931, un volume interamente dedicato al tema. Frutto della collaborazione con il meteorologo William J. Humphreys, il libro Snow Crystals era illustrato con ben 2.500 fiocchi di neve fotografati dall’eccentrico e ostinato “Snowflake”.

[Immagine in apertura: fonte Smithsonian Institute Archives]