Palazzo Pitti celebra Leopoldo de’ Medici, il principe dei collezionisti

3 Gennaio 2018


Uno dei più voraci collezionisti non solo nella storia di Firenze e dei Medici, ma d’Europa, il Cardinale era dominato da una passione totale per l’arte. Lo guidava negli acquisti la sua genialità visionaria, che lo portò ad esplorare – e ad accaparrarsi – interi nuovi continenti nella materia collezionistica, e a disporne con finissimo intuito museologico.”
Sono queste le parole scelte da Eike D. Schmidt – Direttore delle Gallerie degli Uffizi – per introdurre la figura di Leopoldo de’ Medici cui la sua città natale, Firenze, dedica una grande mostra aperta fino al 28 gennaio prossimo.

Vissuto tra 1617 e il 1675, figlio del granduca Cosimo II e dell’arciduchessa Maria Maddalena d’Austria e cardinale all’età di 50 anni, Leopoldo fu prima di tutto un grande appassionato di arte, in tutte le sue declinazioni.
Nel corso della sua esistenza, potendo anche contare su una personale rete di agenti, mercanti e segretari, italiani e stranieri, riuscì a comporre collezioni straordinarie in ambiti eterogenei. Sculture antiche e moderne, monete, medaglie, cammei, dipinti, disegni e incisioni, avori, oggetti preziosi e in pietre dure, ritratti di piccolo e grande formato, libri, strumenti scientifici e rarità naturali da lui raccolti contribuirono ad arricchire le collezioni granducali e, in parte e per volere il granduca Cosimo III, confluirono direttamente nel patrimonio della Galleria degli Uffizi determinandone un profondo rinnovamento.

Nel quarto centenario della nascita, la mostra Leopoldo de’ Medici principe dei collezionisti – attualmente in corso nel Tesoro dei granduchi a Palazzo Pitti e curata da Valentina Conticelli, Riccardo Gennaioli e Maria Sframeli – ne ripercorre la vita, mettendo in evidenza l’acutezza, il gusto, la lungimiranza e l’interesse senza confini proprio nella reggia medicea nella quale le sue vastissime raccolte furono originariamente custodite.

Un esempio, tra i tanti, dell’estensione per la sua passione artistica? Alimentato dalla letteratura, il fascino esercitato su di lui da terre lontane e remote divenne lo stimolo per riunire rarità naturali e oggetti preziosi provenienti tanto dall’Oriente quanto dai Paesi del Nuovo Mondo e dal Nord Europa: dagli oggetti in lacca giapponese, dalle armi indonesiane alla rarissima maschera in travertinite del IV-V secolo d.C. proveniente da Teotihuacan, in Messico.