Un tour tra le più iconiche copertine dei vinili del Novecento

7 Gennaio 2018


Cosa sarebbe un album senza la sua copertina? Nient’altro che un disco in vinile nero, intercambiabile e senza nome. Non c’è da meravigliarsi che fotografi e artisti di fama internazionale siano gli artefici di molte delle copertine iconiche della storia della musica pop, immagini che rimangono profondamente inscritte nella nostra memoria collettiva.
A tal proposito, è in corso fino all’11 marzo a Barcellona, nei nuovi spazi della Fondazione Foto Colectania, proprio una mostra sulle cover più emblematiche della musica: Total Records. Vinyl & photography. La mostra, prodotta dal festival Les Rencontres de la Photographie d’Arles, è un progetto itinerante che approda per la prima volta in Spagna, dopo essere stata ospitata ad Arles, Zurigo e Berlino.

La storia musicale e fotografica del XX secolo si riflette in queste sorprendenti collaborazioni tra artisti come Robert Frank e Rolling Stones, Bernd & Hilla Becher e Kraftwerk, Nobuyoshi Araki e Björk, Jeff Wall e Iggy Pop, Anton Corbijn e U2, William Klein e Serge Gainsbourg, Jean-Paul Goude e Grace Jones (nell’immagine in apertura), Irving Penn e Miles Davis, Ryan McGinley e Sigur Ros.
Anche artisti visivi come Andy Warhol, Robert Rauschenberg e Dieter Roth hanno lasciato il segno sul vinile, usando la copertina dell’album come spazio per la sperimentazione di varie tecniche fotografiche e pratiche artistiche.

Chi non conosce, infatti, la scandalosa copertina del disco Sticky Fingers dei Rolling Stones, disegnata da Warhol in modo tale da mettere in risalto i genitali coperti da un attillatissimo paio di jeans? Oppure la celeberrima cover del disco Abbey Road dei Beatles (1969), dove i quattro baronetti di Liverpool in fila indiana attraversano a piedi, sulle strisce pedonali, l’ormai popolare strada londinese? Quell’immagine è firmata dal fotografo irlandese Iain MacMillan, per molti anni collaboratore di John Lennon e sua moglie Yoko Ono.