Dopo Caravaggio: a Palermo va in mostra la pittura del ‘600 e ‘700

17 Febbraio 2018

Giovan Battista Caracciolo, detto Battistello Cristo morto trasportato al sepolcro primo quarto del Seicento Olio su tela, cm. 128 x 164 Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi

Il 2018 è l’anno di Palermo capitale italiana della cultura. Uno dei gioielli architettonici della città – Villa Zito, negli anni scorsi restaurata dall’architetto Corrado Anselmi – apre le porte dei propri spazi espositivi in occasione della mostra Da Ribera a Luca Giordano. Caravaggeschi e altri pittori della Fondazione Roberto Longhi e della Fondazione Sicilia. Visitabile fino al 10 giugno, la rassegna si concentra sui pittori attivi nell’Italia centro-meridionale nel Seicento e nel primo Settecento; tra loro, molti furono i “caravaggeschi”.

Come noto, proprio allo studio della pittura del Caravaggio e dei suoi seguaci, l’influente storico dell’arte Roberto Longhi ha dedicato gran parte della sua attività di ricerca; per l’esposizione palermitana, la sua Fondazione, con sede a Firenze, ha messo a disposizione un significativo nucleo di opere.
Il percorso espositivo include anche 4 prestigiose opere appartenenti alla Fondazione Sicilia, tra cui due grandi tele di Luca Giordano. Per quanto attiene alla pittura di matrice caravaggesca, sono oltre 30 i dipinti eseguiti dai seguaci di Caravaggio scelti per la mostra; la loro presenza va a comporre “una efficace esemplificazione degli orientamenti e degli obiettivi promossi e stimolati dalle opere del Merisi e del significato storico della sua pittura“.

Nell’ambito di Da Ribera a Luca Giordano sono inoltre previste attività per le scuole, per il pubblico adulto e per le famiglie; queste ultime, in particolare, si caratterizzano per l’approccio ludico-didattico.

[Immagine in apertura: Giovan Battista Caracciolo detto Battistello, Cristo morto trasportato al sepolcro, primo quarto del Seicento, Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi]