Frida Kahlo al MUDEC di Milano, al via la mostra-evento

1 Febbraio 2018


Sono state concesse dal Museo Dolores Olmedo di Città del Messico e dalla Jacques and Natasha Gelman Collection – le due più importanti e ampie collezioni di Frida Kahlo a livello internazionale – le opere che compongono il percorso espositivo di Frida Kahlo. Oltre il mito. Ancora una volta la grande artista messicana, al centro di un’autentica riscoperta globale nel corso degli ultimi anni, è protagonista di una mostra-evento.
Questa volta l’obiettivo dell’appuntamento di Milano è ricondurre l’attenzione sulla conoscenza della sua poetica, in parte offuscata “dalla leggenda che si è creata attorno alla vita dell’artista“, come ha affermato il curatore Diego Sileo.

In apertura il primo febbraio 2018 nel museo progettato dall’architetto britannico David Chipperfield in zona Tortona, la retrospettiva arriva a compimento di un progetto espositivo durato 6 anni ed è stata organizzata in collaborazione con l’Instituto Nacional de Bellas Artes (INBA) del Governo della Repubblica del Messico. Oltre 100 le opere presentate, tra dipinti – una cinquantina – disegni e fotografie, disposti secondo un itinerario in quattro sezioni: Donna, Terra, Politica e Dolore.

Nello sforzo di delineare un’analisi accurata della visione artistica di Frida Kahlo, la mostra va oltre le interpretazioni legate alle numerose analisi della relazione tra la vicenda biografica e l’opera. Anche ricorrendo a fonti e documenti inediti resi noti nel 2007 e provenienti dall’archivio ritrovato di Casa Azul – celeberrima dimora a Città del Messico – Frida Kahlo. Oltre il mito ricondurrà l’attenzione sull’epopea artistica, proponendo una lettura nuova e aggiornata.
Nel migliore dei casi – ha osservato ancora il curatore – la sua pittura è stata interpretata come un semplice riflesso delle sue vicissitudini personali o, nell’ambito di una sorta di psicoanalisi amatoriale, come un sintomo dei suoi conflitti e disequilibri interni. L’opera si è vista quindi radicalmente rimpiazzata dalla vita e l’artista irrimediabilmente ingoiata dal mito.

Oltre a riunire, dopo 15 anni dall’ultima volta, tutte le opere provenienti dalle due istituzioni già citate, la mostra è l’occasione per vedere insieme opere provenienti da autorevoli musei internazionali, tra cui il Phoenix Art Museum, il Madison Museum of Contemporary Art e la Buffalo Albright-Knox Art Gallery.
Prima artista donna a fare del proprio corpo un manifesto, Frida Kahlo viene inizialmente avvicinata attraverso il suo caratteristico “linguaggio del corpo”, restituito attraverso una serie di lavori in cui cerca di toccare la profondità dell’essere umano attraverso dispositivi di sofferenza e di privazione.
Il percorso espositivo prosegue quindi con un’analisi dell’interesse sviluppato verso gli elementi della Natura. Nelle sue opere, la Terra ha anche una connotazione politica, poiché “rappresenta la tomba e la decomposizione ed appare associata all’inevitabile destino della disintegrazione, tramite il processo della dissoluzione fisica“.
La sua produzione non può essere svincolata da una matrice storica e culturale, che diviene infatti il cuore della terza sezione espositiva. Al tema del dolore, infine, è affidata la chiusura del percorso di visita, nel corso del quale i visitatori sono accompagnati dall’ascolto del brano che Brunori Sas ha dedicato al rapporto tra Frida Kahlo e il pittore Diego Rivera.

Infine, parte integrante di Frida Kahlo. Oltre il mito è la mostra Il sogno degli antenati. L’archeologia del Messico nell’immaginario di Frida Kahlo: allestita nella medesima sede espositiva milanese, propone un racconto del processo di riscoperta del passato precolombiano e del mondo indigeno, entrambi elementi fondanti della pratica artistica dell’artista messicana.