Le metafore visive di René Magritte, a Londra

24 Febbraio 2018

René Magritte, La Clef des Songes, 1927, oil on canvas ,15 x 21⅝ in. (38 x 55 cm.) Bpk / Bayerische Staatsgemäldesammlungen. © ADAGP, Paris and DACS, London 2018

Nel suo nuovo appuntamento espositivo, la galleria londinese Luxembourg & Dayan si concentra sui tre anni trascorsi da René Magritte nella capitale francese: dal 1927 al 1930, il pittore belga visse con la moglie a Parigi.
Un’esperienza nel corso della quale ebbe l’opportunità di prendere parte alle attività del circolo surrealista francese, confrontandosi con gli artisti locali, senza mai smettere di produrre nuovi lavori. Sono infatti oltre 40, tra dipinti e collage, le opere legate a quella fase artistica, considerata dagli storici un tassello fondamentale all’interno della sua più vasta indagine, di carattere anche filosofico, sulla relazione tra linguaggio letterale e linguaggio figurativo.

Fino al 12 maggio, la retrospettiva René Magritte (Or: The Rule of Metaphor) restituisce lo spirito della “stagione parigina”, analizzando in profondità lo scambio reciproco tra immagini e parole nell’opera di Magritte.
Nei dipinti eseguiti in quel triennio, infatti, “le parole sono fatte della stessa sostanza materiale delle immagini” e tutti i collegamenti mancanti chiamano in causa la nostra immaginazione: quali e quanti nuovi e inaspettati significati può generare l’uso creativo del linguaggio?
La mostra, inoltre, riflette sulla straordinaria capacità dei dipinti di Magritte di generare situazioni irrisolte, di fronte alle quali anche lo spettatore apparentemente indifferente è incoraggiato a partecipare a un vero e proprio “processo di decodifica del messaggio”.
Un passaggio, quest’ultimo, utile anche per comprendere alcune delle tendenze in atto nell’arte contemporanea.

[Immagine in apertura:  René Magritte, La Clef des Songes, 1927, Bpk / Bayerische Staatsgemäldesammlungen. © ADAGP, Paris and DACS, London 2018]