Gli scatti vincitori del World Press Photo 2018 arrivano in Italia

25 Aprile 2018


Rispettivamente dal prossimo 27 aprile e da sabato 28, per tutto un mese, il Palazzo delle Esposizioni di Roma e lo Spazio MURAT di Bari ospiteranno quelle che potremmo definire le migliori fotografie di reportage scattate nel corso del 2017.
A sancire il primato di questi scatti è il più prestigioso – e conosciuto, a livello mondiale – concorso di fotogiornalismo internazionale, il World Press Photo, che quest’anno ha premiato come Photo of the Year l’immagine di Ronaldo Schemidt che così iconicamente ha ritratto la Venezuela Crisis, come recita il titolo.

Oltre alla fotografia più rappresentativa dell’anno, numerosi sono gli scatti che, nelle diverse sezioni del contest, si sono aggiudicate un riconoscimento. La stessa immagine di Schemidt, per esempio, ha vinto anche il primo premio nella categoria Spot News – Single. In totale, si sono candidati oltre 4500 autori da 125 Paesi del mondo, presentando alla giuria circa 73mila scatti. A uscirne vittoriosi sono stati 42 fotografi, di cui diversi sono di nazionalità italiana.

Nella categoria Contemporary Issues – Single, al secondo posto si è qualificato Giulio Di Sturco con l’immagine More than a Woman, in cui il dottor Suporn Watanyusakul mostra alla paziente Olivia Thomas l’esito dell’operazione chirurgica a cui si è sottoposta, per cambiare genere sessuale. L’episodio è avvenuto in Thailandia, che si è conquistata una certa popolarità proprio per le tecnologie all’avanguardia e l’esperienza dei chirurghi impegnati in questo genere di interventi.

Nelle Stories a tema ambientale, ancora il secondo piazzamento fa registrare la presenza di un italiano, Luca Locatelli (sua l’immagine in apertura), che per il National Geographic ha mostrato al mondo le Hunger Solutions in studio in Olanda, ovvero le tecniche di coltivazione che nei Paesi Bassi – e nello specifico alla Wageningen University and Research – vengono sperimentate per ridurre la quantità di acqua, pesticidi chimici e antibiotici utilizzate in agricoltura; sperando con questo di trovare soluzioni alla crisi alimentare nel mondo.

Lives in Limbo – le “vite nel Limbo” – sono invece i soggetti di Francesco Pistilli, terzo nella categoria General News – Stories. La sua serie di fotografie mostra il duro inverno all’addiaccio, spesso trascorso in capannoni derelitti attorno alla stazione ferroviaria di Belgrado, cui i rifugiati devono far fronte lungo la cosiddetta “via dei Balcani”, battuta per raggiungere l’Europa e chiedere asilo.

Tra i progetti di lungo corso, Fausto Padavini ha vinto la seconda menzione per Omo Change, processo di documentazione intrapreso nel 2011 che, anno dopo anno, ha testimoniato l’impatto di un sostanziale intervento infrastrutturale al confine tra Etiopia e Kenya – la diga Gibe III – sulla valle di Omo, caratterizzata un tempo da una straordinaria biodiversità e la presenza di 8 diverse etnie, che da secoli vivevano in un delicato equilibrio con l’ambiente naturale.

Infine, nella categoria People – Singles, Alessio Mamo si è classificato secondo per lo scatto Manal, War Portraits realizzato per Medici Senza Frontiere. Si tratta dello sconvolgente ritratto di Manal, ragazzina di 11 anni colpita dall’esplosione di un missile in Iraq, giunta nell’ospedale Al-Mowasah di Amman, in Giordania, per sottoporsi a un programma di chirurgia ricostruttiva che ha comportato diversi interventi.