Il disegno lungo tre secoli di storia dell’arte. Con Raffaello, Rubens e Tiepolo

2 Maggio 2018


Con Raffaello, Rubens, Tiepolo. Studi d’Autore dal ‘500 al ‘700, il Museo Horne di Firenze riunisce alcuni dei capolavori del proprio fondo in un progetto espositivo che indaga il tema del disegno. Aperta fino al 31 luglio prossimo, la mostra raccoglie infatti 21 lavori conservati nella raccolta grafica del collezionista inglese Herbert P. Horne, scomparso nel capoluogo toscano nel 1916.
La selezione segue un ordine cronologico e interessa tre secoli – dal Cinquecento al Settecento – intercettando “prestigiose commissioni e celebri imprese” dell’epoca, dalla realizzazione degli affreschi delle Stanze Vaticane alla decorazione del Salone dei Cinquecento.

In mostra sarà dunque possibile ammirare tutti i disegni di Raffaello compresi nel fondo, tra cui lo studio preparatorio (nell’immagine in apertura) per il Gruppo di dignitari laici ed ecclesiastici per la ‘Giustificazione di Leone III , solo di recente restituito al catalogo del maestro urbinate. E ancora, opere di artisti come Giorgio Vasari – suo il disegno dei Santi domenicani, mai esposto al museo Horne – oltre che di Ludovico Carracci, Federico Barocci, Peter Paul Rubens, Pietro da Cortona e Giambattista Tiepolo.
Un viaggio nell’universo del disegno che consente di cogliere tecniche, stili e linguaggi di alcuni dei nomi di assoluto riferimento del periodo preso in esame, offrendo un’occasione di analisi delle peculiarità di ciascuno e un’opportunità di confronto. Dal rapido schizzo fino alla definizione di forme più complesse e raffinate; dal primo abbozzo allo studio preparatorio; dal dettaglio alla più articolata impostazione compositiva: i disegni esposti testimoniano anche il gusto e gli interessi dello stesso collezionista Herbert Horne, “raffinato esteta e colto studioso“.

Proprio il fondo grafico è stato infatti sottoposto a un processo di catalogazione, terminato di recente. Dall’operazione sono emerse la natura e la funzione di gran parte dei fogli Horne, nei quali si distingue un consistente gruppo di disegni preparatori impiegati da pittori e scultori nel processo di realizzazione delle loro opere e di interessanti studi, derivati da modelli antichi o da grandi maestri.
A ragionare sul rilievo della sua collezione è stato il Presidente della Fondazione Museo Horne, Antonio Paolucci, con due considerazioni: “La prima riguarda la rinnovata consapevolezza dell’importanza del fondo grafico Horne, un giacimento di cui non saranno mai abbastanza apprezzate la varietà e la qualità. La seconda è un impegno, che è anche promessa. Occorre arrivare quanto prima alla pubblicazione scientifica della raccolta grafica che Herbert Percy Horne seppe raccogliere con tanta intelligenza e capacità di discernimento“.