Bacon e Giacometti in dialogo, a Basilea

1 Maggio 2018


Fino al 2 settembre la Fondation Beyeler di Basilea ospita un inedito dialogo tra due capisaldi dell’arte novecentesca. Bacon ‒ Giacometti, questo il titolo della mostra, riunisce un denso corpus di opere ‒ tra iconici capolavori e interventi meno noti ‒ realizzate dal pittore britannico e dallo scultore svizzero, ponendo l’accento sulla trama di somiglianze che li unisce, ma anche sulle inevitabili differenze.

Conosciutisi all’inizio degli anni Sessanta, presentati dalla pittrice e comune amica Isabel Rawsthorne, Francis Bacon e Alberto Giacometti consolidarono la loro amicizia nel tempo, al punto che, nel 1965, Bacon fece visita allo scultore impegnato ad allestire la propria retrospettiva alla Tate Gallery di Londra, come documentato dagli scatti di Graham Keen.

Curata da Catherine Grenier, Michael Peppiatt e Ulf Küster, la mostra raccoglie un centinaio di opere che ben testimoniano i punti di contatto e le differenze tra la poetica di Bacon e quella di Giacometti. Entrambi interessati alla figura umana, i due artisti seppero restituirne un’interpretazione iconica, ricorrendo a tecniche e stili molto diversi eppure a tratti complementari, lungo l’asse astrazione-figurazione.

Grazie a un itinerario tematico, la rassegna svizzera mette in luce, ad esempio, la comune ossessione per il ritratto, che contraddistinse la ricerca visiva di entrambi, e il debito condiviso nei riguardi dei modelli precedenti, da cui sia Bacon sia Giacometti attinsero, integrandoli nel proprio fare artistico. Sul fronte delle differenze, le scelte cromatiche giocano un ruolo essenziale, opponendo i toni saturi di Bacon alla scala di grigi prediletta da Giacometti.

[Immagine in apertura: Alberto Giacometti e Francis Bacon nel 1965 © Graham Keen]