L’arte del ritratto, attraverso i capolavori del Louvre

28 Maggio 2018


Il genere ritrattistico è uno dei filoni più radicati nella storia dell’arte mondiale. Dagli antichi egizi all’epoca contemporanea, il ritratto costituisce un mezzo per veicolare identità e simboli di potere, sia sul fronte istituzionale sia in ambito pubblico.

Dal 30 maggio al 3 settembre, il National Art Center di Tokyo renderà omaggio a questo genere artistico trasversale, esponendo nei suoi spazi circa 110 capolavori provenienti dalla collezione del Musée du Louvre parigino. Sarà infatti questo denso corpus di opere il protagonista della mostra The Art of Portraiture in the Louvre Collections, che offrirà ai visitatori un esaustivo colpo d’occhio su una raccolta secolare.

Prima dell’avvento della fotografia, il ritratto pittorico costituiva lo strumento privilegiato per indicare l’appartenenza a un determinato ceto sociale, affermando uno status symbol comprensibile a chiunque si trovasse dinnanzi all’opera. Ne sono un esempio i 5 ritratti pittorici e scultorei di Napoleone I, o anche i manufatti dell’Antico Egitto esposti a Tokyo.

Oltre al Marat assassinato di Jacques-Louis David e alla Primavera di Giuseppe Arcimboldo, la mostra nipponica riporterà in Giappone, dopo 27 anni, la Bella Nani di Paolo Veronese (in un dettaglio in apertura).
Caratterizzata da un’espressione enigmatica, la donna immortalata dall’artista veneto resta avvolta da un alone di mistero: esponente dell’aristocrazia veneziana o effige ideale della bellezza femminile, la protagonista del dipinto resta un emblema della ritrattistica rinascimentale.